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Fernando Colombo catalogatore visionario

Fernando Colombo catalogatore visionario

Il figlio di Cristoforo Colombo raccontato da Wilson-Lee

ROMA, 08 febbraio 2019, 09:58

di Mauretta Capuano

ANSACheck

La copertina de Il Catalogo dei libri naufragati di Wilson-Lee - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina de Il Catalogo dei libri naufragati di Wilson-Lee - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina de Il Catalogo dei libri naufragati di Wilson-Lee - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDWARD WILSON-LEE, IL CATALOGO DEI LIBRI NAUFRAGATI (BOLLATI BORINGHIERI, PP 340, EURO 30). Il sogno di costruire una biblioteca universale con i libri catalogati senza distinzioni di credo, lingua e argomento: ce lo racconta Edward Wilson-Lee ne 'Il catalogo dei libri naufragati' pubblicato da Bollati Boringhieri con all'interno le riproduzioni di stampe, illustrazioni, disegni e dipinti tra cui il 'Ritratto di uomo, detto essere Cristoforo Colombo, di Sebastiano del Piombo. Una storia che ci fa riscoprire o incontrare per la prima volta una figura fuori dall'ordinario, quella di Fernando Colombo, figlio illegittimo di Cristoforo Colombo e suo primo biografo, che ci ha lasciato il resoconto dei quattro viaggi del padre nelle Americhe nelle sue 'Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo'.

 "Degli originali quindici-ventimila volumi ne restano meno di quattromila. Dei volumi mancanti, alcuni sono sparsi tra le grandi collezioni di libri antichi del mondo, immediatamente riconoscibili dai caratteristici appunti di Fernando sul luogo e prezzo di acquisto; molti semplicemente si sono ridotti in polvere. La collezione di stampe di Fernando, la più grande del Rinascimento, è totalmente scomparsa, probabilmente distrutta dall'umidità o buttata via" spiega Wilson-Lee che con 'Il catalogo dei libri naufragati' si fa conoscere in Italia. Così come sono svaniti i diari di bordo originali di Colombo sulla scoperta del Nuovo Mondo, ci racconta Wilson-Lee, che insegna al Sidney Sussex College, è esperto di Shakespeare, è cresciuto in Kenya con i genitori naturalisti, autori di documentari, e si è laureato a Londra dopo aver studiato in Svizzera.

Frutto di un grande lavoro di ricerca, questo libro di Wilson-Lee, proposto nella traduzione di Susanna Bourlot ci fa entrare nel cuore di un avventuroso viaggiatore, lettore onnivoro, attratto dalla nuova invenzione della stampa a caratteri mobili, sempre alla ricerca dei libri più belli e delle edizioni migliori, raccoglitore di ogni foglio mai prodotto da un torchio, corrispondente di Albrecht Durer, Erasmo da Rotterdam e Aldo Manuzio, inventore della prima biblioteca universale concepita come un organismo vivente, che accoglieva autori spesso sconosciuti. Rispettando le fonti, Wilson-Lee è riuscito a dar vita a un'opera di immaginazione sull'amore per i libri e la conoscenza che portò il figlio illegittimo di Cristoforo Colombo a creare una "biblioteca senza mura" a Siviglia. E alla morte di Fernando, avvenuta quasi cinquecento anni fa, si scoprì, all'apertura del testamento che "il principale erede della sua fortuna non era un essere umano, ma la sua meravigliosa creatura, la sua biblioteca" racconta l'autore. E tra Fernando che, in un certo senso, "è stato uno dei primi e più grandi visionari dell'era della stampa", Wilson-Lee trova impressionanti somiglianze con quello che scopriamo collettivamente ogni giorno e che ci riporta ai suoi appassionati tentativi di catalogare, ordinare, compilare liste vertiginose.

"La rivoluzione digitale ha aumentato in modo esponenziale la quantità di notizie disponibili, con il risultato che oggi dipendiamo totalmente dagli algoritmi di ricerca creati per navigare, strumenti i cui modi di ordinare, classificare e categorizzare stanno velocemente ridefinendo la nostra vita" spiega l'autore che ci fa vivere in questo viaggio avventuroso nel regno del sapere le nuove rotte aperte dal figlio naturale di Colombo.
   

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