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Alessio Boni, 'il mio Dino Grandi nella Lunga Notte' / VIDEO

Alessio Boni, 'il mio Dino Grandi nella Lunga Notte' / VIDEO

La caduta del Duce su Rai1 dal 29 gennaio. Regia di Campiotti

ROMA, 23 gennaio 2024, 19:16

di Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Era un periodo storico che non conoscevo molto bene. Mussolini, è stato destituito da un voto. Nel suo delirio di onnipotenza pensava di poter scovare e far uccidere i traditori. Ci sono alcuni episodi che nei libri di scuola non sono spiegati. A scuola si studia poco questo passaggio dal regime di Mussolini al governo Badoglio e la Rai, che è servizio pubblico, ha il dovere di farlo" Parola dell'attore Alessio Boni, nelle vesti di Dino Grandi, presidente dell'Ordine della Camera dei Fasci che decise di opporsi alle scelte di Mussolini in maniera legittima, convocando il Gran Consiglio per togliere il paese dalle sue mani. Un'altra pagina di storia è protagonista della fiction Rai. Il 29, 30 e 31 gennaio su Rai1 va in onda La Lunga Notte - La Caduta del Duce, miniserie che racconterà gli eventi che precedettero la notte tra il 24 e 25 luglio 1943, che segnò la fine del regime fascista. Diretta da Giacomo Campiotti, la fiction è stata presentata nella sede Rai di Viale Mazzini da Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction e Luca Barbareschi, produttore di Eliseo Entertainment insieme al regista e a tutto il cast composto anche da Duccio Camerini (Benito Mussolini), Martina Stella (Claretta Petacci), Aurora Ruffino (Maria Josè, moglie di Umberto), Ana Caterina Morariu (Antonietta Grandi). Per Boni, la storia che coinvolge Grandi, politico e diplomatico, nonché storicamente presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni del Regno d'Italia, e soprattutto autore dell'ordine del giorno di quel Consiglio - è quella di "Mussolini, un dittatore che è stato destituito grazie a una votazione. Mussolini, nel delirio di onnipotenza, pensava di poter vedere chi fossero i traditori per farli fucilare, e invece no; umanizzare le famiglie raccontate è fondamentale per capire. Accanto alle sue vicende, quelle della famiglia reale, di Edda e Galeazzo Ciano, di Claretta Petacci, dei vari gerarchi e di tanti altri combattuti dalla paura e dall'ambizione al potere. Il personaggio di Grandi mi ha portato dentro un mondo a me lontanissimo. Avevamo paura di un'agiografia, era facile scivolare nel retorico, farne un eroe, scivolare nel buonismo, cosa che si è del tutto evitato, sappiamo che era un personaggio che aveva le sue ambivalenze, che era un fascista, ma aveva portato con sé due bombe a mano se le cose fossero andate male. Questo film arriva addosso con una suspense che poi approda a un afflato finale di liberazione". Per Ammirati, "la Storia è sempre complicata, è fatta da uomini e donne, ma anche da intrighi, sotterfugi, confini. La Storia è un luogo in cui tornare per riflettere, senza intento nostalgico". A completare il consesso della cerchia intima, l'amante del Duce, Claretta Petacci, personaggio affidato a Martina Stella che racconta: "È un ruolo diverso da quelli che ho interpretato fino ad oggi (qui la vedremo con una capigliatura mora acconciata secondo la moda dell'epoca), lo considero una vera sfida. Petacci è una donna già presente nell'immaginario, ma anche enigmatica e misteriosa, che noi descriviamo in maniera oscura. La sfida era per me lavorare sulle ombre, sui conflitti di questa donna, dal carattere psicologico inafferrabile in alcuni momenti. Un rapporto, quello di lei con Mussolini, totalizzante, privo di confini, quindi anche pericoloso". Altra figura femminile rilevante, insieme alla più ampia "famiglia monarchica", è Maria Josè del Belgio, recitata da Aurora Ruffino, secondo cui "la cosa importante è stata scoprire il personaggio incredibile che ho interpretato. Il suo soprannome era 'l'unico uomo di casa Savoia', perché ha avuto la forza di fare qualcosa per gli italiani. Lei cercava un po' di svegliare il marito, di spingerlo verso un pensiero indipendente: era contraria al fascismo dall'inizio, sentiva la responsabilità del suo ruolo, un destino che sin da bambina le era andato incontro, e voleva diventare regina per accudire il popolo italiano, per lei un altro figlio". Flavio Parenti è Umberto di Savoia e Luigi Diberti Vittorio Emanuele III. La serie - con la consulenza storica del Professor Chessa - è una coproduzione Rai Fiction - Èliseo Entertainment, prodotta da Luca Barbareschi. "Il progetto - rivela Barbareschi - nasce da una stesura teatrale: l'idea era di vedere cosa succedesse all'interno di una stanza, con queste persone che lavoravano intorno al Duce. La storia è diventata necessaria per quello che è accaduto nel nostro Paese, dove finché non ci sarà un racconto pacificante su quanto successo è difficile crescere, se non si fanno i conti col passato".

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