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Pino Strabioli, 60 anni per il narratore dei 'grandi'

Pino Strabioli, 60 anni per il narratore dei 'grandi'

In tournée con Patty Pravo, festeggia anche 30 anni in Rai

ROMA, 20 luglio 2023, 19:42

di Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La sua cifra? Il garbo nel racconto e l'amore per la memoria, ma "senza nostalgia, solo per restituire quello che abbiamo ricevuto in dono". Attore, autore, regista, conduttore, scrittore, direttore artistico, tra l'altro, del Mancinelli di Orvieto, una vita accanto ai grandi, soprattutto del teatro e della canzone, proprio mentre è in tournée con Patty Pravo in Minaccia Bionda, Pino Strabioli compie 60 anni, il 26 luglio. E ne festeggia 30 di lavoro in Rai. "Era il 1993 quando mi chiamarono a Unomattina - racconta all'ANSA - In tv avevo già debuttato su Telemontecarlo in T'amo tv, con Fabio Fazio, ma in un ruolo da comico. Qui invece curavo un piccolo spazio dedicato al folklore, quando ancora la tv non era invasa da ricette e fornelli. Ogni mattina c'era una cartolina da un paese diverso. Poi il ruolo è cresciuto, fino alla co-conduzione. In tutto ho fatto sette edizioni, fra inverno ed estate". Da allora sono seguite una galleria di trasmissioni, da Il caffè (che tornerà a settembre su Rai1) a Grazie dei fiori (su Rai Radio2 la domenica sera), Cominciamo bene e poi gli speciali di A grande richiesta, Io li conoscevo bene, MinaCelentano, sempre costellati di importanti collaborazioni. "Tutto è cominciato a vent'anni, quando da Orvieto venni a Roma per studiare - racconta oggi Strabioli - Mi proposi a un caporedattore dell'Unità per scrivere piccoli ritratti. In realtà era una scusa per conoscere personaggi di cui ero appassionato. La prima cui bussai fu Gabriella Ferri: vestita da uomo, con quella bombetta, era irresistibile. Lei mi ha presentato Nicoletta, Patty Pravo: la donna più libera, coraggiosa e meno diva che io abbia mai conosciuto". Gli incontri della vita? "Paolo Poli e Franca Valeri - prosegue - Mi hanno insegnato a guardare la vita da un punto di vista diverso, quello della cultura. Paolo mi volle a teatro per I viaggi di Gulliver. Gli chiesi: 'vengo a fare un provino?' E lui: 'no, no sei abbastanza orrendo. Vai benissimo'. Una tournée con lui significava recitare nella totale severità, ma poi di giorno scoprire chiese, musei, arte. E ridere fino alle lacrime. È stato per me quell'Accademia dove non mi avevano preso", dice Strabioli, che a Poli dedica anche lo spettacolo Sempre fiori mai un fioraio. "Franca Valeri - continua - mi ha regalato una visione politica del mondo. Amavo i suoi silenzi pieni di significato e le nostre 'seratine' in giro. Ma c'è anche Piera Degli Esposti. Devo tanto ad Antonio e Pupi Avati, a Maurizio Costanzo con cui ho condiviso anche il suo ultimo programma, S'è fatta notte". Nella lista c'è poi Marco Castoldi, in arte Morgan, e il loro viaggio nella musica italiana di StraMorgan su Rai2. "Abbiamo raccontato da Battiato a Bindi. Il progetto è di farne un'altra serie nella seconda parte di stagione. Marco - sorride citando le polemiche per gli exploit del cantante - ogni tanto si infila nei casini. È un istintivo, un anarchico. Però sarebbe davvero un peccato non riprendere quel programma". Quanti 'no' in questi anni? "Più da alcuni dirigenti che non apprezzavano alcune proposte, che da attori e cantanti - sorride - Avrei voluto intervistare Sofia Loren, ma non ci ho neanche provato". Quanto alla Rai, dopo trent'anni, "per me è sempre l'azienda culturale più importante del Paese. Ma basta dire, di fronte a programmi considerati trash, che la gente vuole quello. Non è vero, la gente accetta quello che proponi, purtroppo. Diciamo che nella tv generalista mancano programmi culturali in orari in cui si potrebbe fare più ascolto". Un regalo di compleanno? "Sto preparando un docufilm sulla riapertura dei teatri: in Italia ce ne sono più di 400 chiusi - conclude - Mi piacerebbe presentarlo alla Festa del cinema di Roma".

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