(di Francesca Pierleoni)
In Italia "manca un grande premio per
la musica, tipo Grammy. Esiste in moltissimi Paesi, ma da noi
no, perché si punta tutto su Sanremo. E' la risposta che ricevo
quando propongo l'idea. Però sono cose diverse: a Sanremo, che
non biasimo, ci deve essere, ha fatto scoprire tanti talenti,
si premiano la canzone e il cantante, mentre un grande
riconoscimento di qualità per l'album, gli interpreti, i
produttori, gli autori e così via andrebbe a premiare il lavoro
di tutta la squadra". Parola di Riccardo Cocciante, che incontra
i giornalisti a pochi giorni dal ritorno a Roma dell'opera pop
con le sue musiche, ispirata da capolavoro di Victor Hugo, Notre
Dame de Paris, nata poco più di 20 anni fa, nel 1998 (ha già
appassionato più di 4 milioni di persone solo in Italia). Il
cast comprende, fra gli altri, per la versione italiana la new
entry di Elhaida Dani, vincitrice nel 2013 di The Voice proprio
con Cocciante coach e già protagonista dell'ultima versione
francese dello spettacolo (le liriche originali sono di Luc
Plamondon, il libretto italiano di Pasquale Panella), per il
ruolo di Esmeralda.
Dopo i successi di Pesaro, Verona, Milano, Bologna, Firenze,
Napoli, Bari e Torino, Notre Dame De Paris (prodotta da David e
Clemente Zard ed Enzo) sarà al Palazzo dello Sport di Roma dal
27 al 29 dicembre e dal 2 al 6 gennaio, per poi toccare le città
di Trieste, Brescia Genova, Eboli, Reggio Calabria, Catania,
Ancona, Jesolo e tornare a Milano.
"E' una storia che nel linguaggio musicale di oggi racconta
la paura dell'altro e esalta il valore della diversità,
l'importanza del sapere accettare anche chi vediamo differente",
dice Cocciante.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA