Il concept della nuova collezione
del marchio Act N° 1 nasce come una riflessione sulla società.
L'impegno del brand nei confronti dei diritti delle donne torna
su un tema particolarmente sentito: le spose bambine, costrette
al matrimonio contro la loro volontà. La location scelta per la
sfilata è una palestra di boxe, dove il ring si trasforma in
palcoscenico sul quale mettere in scena una performance in cui
gli abiti sono al servizio della narrazione. Gli oggetti,
ricoperti di tessuto legato e trattenuto da corde diventano
metafora del limiti autoimposti dalla frenesia del mondo. Sul
ring, i personaggi della storia compiono gesti quotidiani come
leggere un giornale, un libro, fumare una sigaretta, il lavoro
di un imbianchino, gesti lenti, frenati da barriere e
costrizioni. Questo spaccato di vita quotidiana si riflette
sulla collezione attraverso forme, sia nel fit che nelle
sovrapposizioni, come strati e sfaccettature dell'essere umano.
Il denim è usato, dirty e rovinato, sporcato dalle gocce di
vernice. Le regole del brand sono sovvertite: la giacca è
destrutturata e mai abbinata a pantaloni classici, piuttosto è
con pantaloni sportivi, con dettagli tecnici. I corsetti in
denim questa volta sono destrutturati e perdono la loro
attenzione sul corpo. I materiali e i toni sono neutri e
l'attenzione è posta su lavorazioni, volumi e drappeggi. Resta
l'amore per la seta stampata, questa volta con ideogrammi che
riprendono la poesia classica e l'iconografia dei francobolli,
simbolo del tempo che passa. Per le calzature Act N 1 ha
collaborato con Crocs, intervenendo con corde in nylon,
espressione delle costrizioni che ci limitano.
All'inizio del 2023 i fondatori Luca Lin e Galib Gassanoff
hanno deciso di separarsi: Lin è rimasto alla guida del brand
sia dal punto di vista creativo che strategico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA