(di Alessandra Magliaro)
Un gioco per reagire, distrarsi da
tutto, pensare ad altro mentre le certezze ci crollano intorno,
un matrimonio che finisce, un lavoro perso. Un gioco nato come
provocazione dell'analista, la dottoressa T., per scuotere la
persona che ogni lunedì andava a depositare nello studio il suo
malessere, il suo non avere più niente da perdere. "Per un mese,
a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa
che non ha mai fatto. Una qualunque. Basta che non l'abbia mai
fatta": è stato questo a rompere la bolla di smarrimento di
Chiara Gamberale. Dieci anni dopo festeggia con una nuova
prefazione-confessione e tutta una parte di feedback dei
lettori, la nuova edizione che riporta in libreria Per dieci
minuti (Feltrinelli), un piccolo caso editoriale che è andato
oltre. E' diventato un film e non solo, anche una sorta di
movimento a giudicare dalle almeno 500 persone che a Roma hanno
raccontato i loro dieci minuti in una serata di festeggiamento.
"Quasi un esorcismo - racconta all'ANSA la scrittrice - un rito
tribale a cui i lettori per ragioni che 10 anni fa scrivendo il
libro non potevo certo prevedere si sono ispirati. E'
stupefacente come in fondo questo che è un gioco possa essere
portatore di cambiamenti. Evidentemente - prosegue - tocca
qualcosa di profondo perchè avere momenti come quelli che ho
passato io all'origine di tutto questo è decisamente comune.
Questi dieci minuti di cose mai fatte ti portano a buttarti, a
guardare avanti".
Per dieci minuti ha ispirato anche Maria Sole Tognazzi per il
nuovo film con protagonista Barbara Ronchi, tra le attrici più
premiate dell'anno (David di Donatello incluso), Margherita Buy
e Fotini Peluso, prodotto da Indiana Production per Vision
Distribution che potrebbe andare alla Mostra del cinema di
Venezia o alla Festa di Roma.
"L'esigenza di raccontare personaggi femminili esplorandone
forza e fragilità è la chiave che accomuna tutti i miei ultimi
lavori. Sono felice di poter tornare al cinema con un film -
aveva detto Tognazzi all'ANSA - che mi ha permesso di mettere in
scena tre donne meravigliose e di lavorare con tre attrici che
amo molto". Il senso del libro, come quello del film Dieci
Minuti scritto da Maria Sole Tognazzi con Francesca Archibugi è
che a volte basta poco per ricominciare: "anche se lei - dice
Gamberale - ha volutamente scelto una chiave più sfacciatamente
dolorosa rispetto al tono di commedia leggera che ha il
romanzo".
Per dieci minuti, "è un libro-amuleto - prosegue Gamberale -
che ci dice 'non puoi lavorare su quello che hai perso, gioca
con quello che sarà'. La storia è quella di un libro che è
uscito dalla libreria, qualcosa certo che non avevo previsto e
per questo è emozionante sapere cosa ha portato e porta ai
lettori chiuse le pagine, una specie di terapia, che ci fa
riflettere sull'imprevedibile della vita, ci fa dire che non
dobbiamo resistere al cambiamento che stiamo vivendo ed è anche
azione: se aspetti che ti succeda qualcosa di carino non
accadrà, agli sgambetti della vita dobbiamo reagire e a
giudicare da quello che capita con questo libro, anche un gioco
come 'dieci minuti' può farlo".
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