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Elisabetta Sgarbi, Buchmesse non può censurare Shibli

Elisabetta Sgarbi, Buchmesse non può censurare Shibli

Publisher Nave di Teseo, "Dobbiamo fermare questo clima"

ROMA, 16 ottobre 2023, 20:41

di Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 "Dobbiamo fermare sul nascere questo clima". Lo dice all'ANSA Elisabetta Sgarbi, publisher de La nave di Teseo, dell'annullamento della cerimonia di premiazione della scrittrice palestinese Adania Shibli, della quale ha pubblicato in Italia il romanzo Un dettaglio minore, che avrebbe dovuto ricevere il LiBeraturpreis durante la Fiera di Francoforte, che si svolgerà dal 18 al 22 ottobre. Sulla censura della Buchmesse si è scatenata un'ondata di proteste, da tutto il mondo è arrivata la solidarietà alla scrittrice. A prendere le distanze con fermezza i grandi gruppi editoriali italiani, l'Associazione Italiana Editori e gli editori indipendenti di Adei e i paesi arabi vogliono annullare la loro presenza alla Fiera che si inaugura domani.
    "Adania Shibli è una scrittrice, una scrittrice letteraria. È una scrittrice palestinese e, nel suo romanzo, Un dettaglio minore, racconta un fatto vero, accaduto nel 1949, una violenza realmente accaduta su una donna araba, da soldati dell'esercito israeliano. E ricostruita, molti anni dopo, da una ragazza di Ramallah (Shibli è nata a Ramallah ndr). Lo fa da scrittrice, entrando nella testa del carnefice, come in quella della vittima, con grande pietà e amore. È un romanzo crudo, tradotto in tutto il mondo, da editori letterari" spiega Elisabetta Sgarbi.
    "Un romanzo letterario, qualsiasi cosa racconti, sta, di per se', dalla parte della pace. La letteratura non può mai stare dalla parte della violenza: può raccontarla, può sviscerarla, ma ne è sempre l'opposto. Per questo uno scrittore non può e non deve mai essere censurato" sottolinea la publisher de La nave di Teseo.
    I grandi eventi culturali possono essere essere condizionati a tal punto dalla politica internazionale? "La Letteratura e il contesto culturale stanno naturalmente in un rapporto dialettico. Certo che l'una condiziona l'altra, ma dovremmo dare per assodato che è necessario che l'espressione artistica sia libera. Sempre. Perché se si legge, ad esempio, la Shibli, si entra nel rapporto tra vittima e carnefice, nel meccanismo allucinato che genera la violenza. Vogliamo lasciare il racconto della violenza ai talk show televisivi e ai social? Ecco, rischiamo questo, e lo dico col massimo rispetto per i talk show e per i social, che però penso non debbano essere l'unico strumento di comprensione della nostra epoca".
    C'è un'ondata di proteste che chiede di ripristinare la premiazione. Lo faranno? "Non lo so. Spero si farà. Mi sembra però significativo e grave che i paesi arabi abbiano annullato la loro presenza alla Fiera. La Fiera di Francoforte è il luogo dove nascono i libri di domani. E nei libri di domani non contempliamo quelli dei paesi arabi? Vogliamo che la cultura araba non conosca i libri che stiamo progettando? Vogliamo questa separazione di mondi? Ho sempre pensato che il cuore dell'editoria stia nella 'traduzione' e 'trasmissione' di saperi".
    È l'argomento affrontato nel romanzo della Shibli o il fatto che lei sia palestinese ad aver portato a questa decisione? "Bisogna leggere il romanzo. È un libro coraggioso, ma un libro, ogni libro vero lo è. E, comunque, grazie a questo annullamento, molti leggeranno questo bellissimo romanzo, e moltissimi conosceranno questa straordinaria autrice" afferma la Sgarbi.
   
   

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