E' morto all'età di 100 anni, compiuti lo scorso 30 ottobre, Sergio D'Angelo, l'uomo che ha fatto conoscere al mondo il capolavoro di Boris Pasternak, Il dottor Zivago, a dispetto del suo stesso autore che fortemente pressato dal regime sovietico provò a fare un passo indietro, con Feltrinelli che ignorò i suoi ripensamenti. D'Angelo si è spento nella sua casa di San Martino al Cimino. Non ci saranno cerimonie religiose. Lo fa sapere all'ANSA la figlia Francesca. Il romanzo fu pubblicato nella traduzione italiana nel 1957, ma nel novembre dell'anno prima proprio D'Angelo lo aveva portato fuori dall'Unione Sovietica, di nascosto per permettere allo scrittore di superare la censura che gli aveva visto rifiutare il libro che non nascondeva le critiche verso il comunismo. Giangiacomo Feltrinelli per questo fu radiato dal Pci, Pasternak fu espulso dall'unione degli scrittori ma il libro iniziò la strada di un successo straordinario consacrato poi anche dai cinque Oscar vinti dal film che ne fu tratto nel 1965. Nato a Roma, D'Angelo negli anni Cinquanta andò a lavorare come giornalista a Radio Mosca e lì portò tutta la sua famiglia, la moglie Giulietta e i due figli. Uomo molto brillante, spiritoso, considerava l'avventura di Pasternak e Feltrinelli "l'avventura della sua vita e ne aveva sempre parlato tutta la vita", aveva spiegato la figlia Francesca in occasione del centenario. Dopo i fatti di Ungheria si era allontanato dal partito, spostandosi verso il centro. Con Pasternak era nato un vero rapporto d'amicizia, in nome del quale lo scrittore decise di affidargli il manoscritto raccomandandogli di farlo conoscere al mondo. "Questo è il Dottor Živago", disse Pasternak a Sergio D'Angelo, "che faccia il giro del mondo". Per poi aggiungere, dopo avergli consegnato il dattiloscritto: "Fin d'ora, siete tutti invitati alla mia fucilazione". Era il 20 maggio 1956: quel pomeriggio fu accesa la scintilla che divampò in un caso letterario internazionale, destinato a coinvolgere il Pcus e i partiti comunisti di mezza Europa.
Censurato in Unione Sovietica perché contrario ai diktat del regime, il libro uscì per Feltrinelli nel 1957.
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