(ANSA) - MILANO, 30 GIU - Dal secolo scorso il mondo è
cambiato in modo radicale: ci sono stati stravolgimenti come la
Seconda guerra mondiale, i movimenti d'indipendenza di tante
nazioni africane e non solo, la rivoluzione sessuale, il
movimento studentesco, sono arrivati il rock, il punk ma
qualcosa, anzi qualcuno, è rimasto sempre al suo posto, fedele
al proprio ruolo: la Regina Elisabetta. Ed è a lei che il
giornalista e scrittore Alberto Mattioli e l'avvocato Marco
Ubezio - tanto appassionato della monarchia britannica da aver
partecipato al Rischiatutto di Fabio Fazio portandola come
materia - hanno dedicato un libro in occasione dei suoi
settant'anni di regno e lo hanno intitolato 'Elisabetta la
Regina infinita' (Garzanti, 336 pp, 16 euro).
Non un libro di gossip, anche se sono raccontati alcuni
episodi che oltre ad essere divertenti aiutano a descrivere il
carattere di Her Majesty, misurata ma per nulla debole, capace
di mantenere il punto e usare una ironia anche tagliente, come
quando a Wedwood Benn - che da ministro delle Poste aveva
inutilmente tentato di far eliminare il profilo della monarca
dai francobolli per i 20 anni dalla fine della guerra - disse,
quando anni dopo divenne ministro della Tecnologia, "sono certa
che le mancheranno i suoi francobolli".
Il suo amore per cani, cavalli e caccia (ma anche per il film
Flash Gordon) sono raccontati così come quello assoluto per il
marito Filippo, più di lei pronto ad aprirsi alla modernità (fu
lui ad insistere perché almeno parte della cerimonia
dell'incoronazione venisse trasmessa in tv), il suo Unno, come
lo aveva definito la regina madre. E non si poteva non
affrontare l'argomento Diana, non una 'principessa del popolo'
ma l'erede di una aristocrazia ancora più antica di quella di
Elisabetta, capace di sfruttare la stampa. In qualche modo una
antitesi alla Regina che ha inteso la vita "come un dovere da
compiere" mentre per Diana era "la ricerca della felicità".
Ed è a questo dovere che la Regina si è attenuta in ogni
momento, per quanto difficile. Lo ha fatto nel rapporto con i
primi ministri che le sono piaciuti (a partire dal primo Winston
Churchill) o meno (come Margareth Thatcher o Tony Blair), lo ha
fatto come capo del Commonwealth, contraria all'apartheid. E lo
ha fatto anche nella scelta del suo stile d'abbigliamento
colorato con copricapo che la lasciano a viso scoperto perché
tutti possano vederla, anche da lontano. Lo ha fatto rispettando
sempre il protocollo perché "la forma è sostanza: abolire la
prima significa mettere in pericolo la seconda". Ma questo non
le ha impedito per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di
prestarsi a recitare con James Bond o, per i festeggiamenti dei
suoi settant'anni di regno, di girare un video prendendo il té
con l'orsetto Paddington. Ma già questo è un nuovo capitolo
della vita della Regina Infinita. (ANSA).
'Elisabetta la Regina infinita', da 70 anni una certezza
Da Churchill a Diana, ritratto di una donna fedele a se stessa
