(dell'inviata Mauretta Capuano)
(ANSA) - BOLOGNA, 23 MAR - Con il suo stile inconfondibile,
semplicità e umorismo, per la prima volta lo scrittore
israeliano Yuval Noah Harari guarda ai giovani lettori e
arrivano 'Gli inarrestabili'. La nuova serie per ragazzi, in
quattro volumi illustrati a colori da Ricard Zaplana Ruiz,
annunciata in anteprima il 23 marzo alla Children's Book Fair a
Bologna, è una storia epica degli esseri umani, i più creativi e
insieme i più distruttivi del pianeta.
"Se si pensa alla tragedia dell'Ucraina di fatto c'è una sola
persona che sta infliggendo le sue fantasie su milioni di
persone. Nella sua immaginazione forse la seconda guerra
mondiale sta ancora continuando e lui ha il potere di
trasformare le sue personali fantasie in una tragedia per
milioni di persone" dice Harari, autore del bestseller
internazionale e del graphic novel Sapiens (Bompiani) e di '21
lezioni per il XXI secolo', in uno degli incontri più attesi e
affollati della Fiera che chiude il 24 marzo l'edizione del
ritorno in presenza.
Ogni volume de 'Gli inarrestabili' indagherà una diversa parte
della storia della nostra specie, dalla rivoluzione cognitiva
all'hackeraggio degli esseri umani in un futuro non troppo
lontano. Il primo 'Come ci siamo presi il mondo' sarà in
libreria a ottobre 2022 per Bompiani.
E rispondendo a una domanda su "cosa pensi di tutti i bambini
ucraini che stanno diventando profughi in questi giorni", lo
scrittore spiega: "Tutto questo è molto doloroso e mostra
l'immensa presa che la storia ha sul presente perché che sia in
Ucraina, in Afghanistan o in qualunque altro posto, siamo
prigionieri di storie inventate da persone morte del passato. Se
ci si chiede perché alle ragazze è impedito andare a scuola, non
è per una qualche legge naturale, ma per storie inventate
centinaia, magari migliaia di anni fa e che ancora oggi dominano
la nostra vita" sottolinea.
"Per me imparare la storia non è conoscere il passato, ma
esserne liberati: non possiamo cambiare il passato, ma possiamo
liberacene per creare un futuro migliore. E' difficile, ma come
storico questo è il mio lavoro principale ed è stato importante
per me scrivere per i bambini perché se qualcuno cambierà il
mondo davvero, saranno loro" spiega lo scrittore. "Con i miei
nipoti più che parlare, ascolto e più che insegnare faccio le
domande. E' importante mantenere la curiosità. Da dove vengono i
pregiudizi, l'odio, il razzismo? Per quanto tempo dobbiamo
continuare a portare questo sacco pieno di cose del passato e
passarlo alle nuove generazioni? Non possiamo passare l'odio e
altre cose da una generazione all'altra. Una cosa affascinante
per me di questa nuova serie era spiegare come tutti gli esseri
umani siano fatti nello stesso modo. E' importante porsi le
domande fondamentali che ci facciamo da piccoli per tutta la
vita e capire cosa ci lega l'uno all'altro" spiega lo scrittore
che in 'Come ci siamo presi il mondo' invita i giovani lettori a
scoprire perché il denaro è la favola più riuscita di sempre e
cosa il gioco del calcio ci racconta del nostro essere umani.
"Effettivamente la Storia diventa noiosa se la racconti come una
cosa del passato, per renderla interessante bisogna cominciare
dai problemi che abbiamo adesso, per esempio il bullismo o la
dittatura che si collega alle preoccupazioni di oggi". E 'Gli
inarrestabili' "è quello che avrei voluto leggere a 10 anni e
mi avrebbe risparmiato tanti problemi e idee sbagliate. Lo
storytelling è l'essenza del nostro essere umani e non dobbiamo
essere ossessionati dalla forma. In tutta la storia la forma che
assume la narrazione cambia, ma la potenza delle grandi storie
rimane. La responsabilità degli adulti è di continuare a
raccontare storie, ma spesso abdicano. I giovani non hanno
bisogno di informazioni ulteriori, ma di strumenti per dargli un
senso e le storie sono uno dei più importanti".
Harari spiega anche che "la storia può essere
pericolosissima. Quello che incute paura alle dittature è il
cambiamento. Il pensiero è che se gli ucraini riusciranno a
darsi la democrazia, anche i russi potranno farlo. La dittatura
lavora anche sulla mancanza di fiducia e così gli oppositori non
riescono a mettersi in gruppo perché sono isolati e non si
fidano gli uni degli altri" spiega Harari che ne 'Gli
inarrestabili' ci mette proprio davanti alle nostre domande
cruciali: 'Come siamo arrivati qui?". (ANSA).
Harari, Gli inarrestabili per i bimbi che sono il futuro
Scrittore a Fiera Ragazzi con nuova serie in libreria da ottobre
