(di Francesca Pierleoni)
Con oltre 250 milioni di copie
vendute nel mondo (delle quali oltre sei milioni in Italia), 79
edizioni e traduzioni in 65 lingue, compreso il Latino e il
Napoletano, Le storie di Greg, caotico e irrefrenabile bambino
delle medie, con una gran voglia di crescere, raccontate
attraverso scrittura e fumetti da Jeff Kinney nei 16 libri (15
editi in Italia da Il Castoro) di Diario di una schiappa sono
diventate in poco meno di 15 anni dall'esordio in libreria una
delle cinque serie di libri più venduti, per adulti e bambini,
di tutti i tempi. Un successo globale che ha già ispirato, fra
gli altri, quattro film live action, un musical e ora anche un
primo film animato, adattamento del primo volume, 'Diario di una
Schiappa' diretto da Swinton Scott (Futurama), scritto e
prodotto da Kinney, in arrivo dal 3 dicembre in esclusiva su
Disney+.
"E' stato molto eccitante vedere i personaggi saltare dalla
pagina allo schermo in versione Cgi - spiega Kinney -. Il
pubblico potrà vedere nel film per la prima volta Greg Heffley
nelle versione originale che ho immaginato per i libri". La
storia parte dall'arrivo del gracile e ambizioso Greg (che
racconta le sue avventure quotidiane 'in diari di bordo' ) alle
medie, con una gran voglia di farsi accettare. A fianco ha
l'amico di sempre, Rowley, molto meno ansioso di mostrarsi più
grande e sempre pronto a partecipare alle più bizzarre idee. Un
legame che ritrovano sempre, tra bulli che li inseguono, paure,
misteri e incontri bizzarri. Kinney, classe 1971, ha compreso
quale fosse il motivo di tanto seguito per Diario di una
schiappa viaggiando per il mondo, dal Brasile alla Nuova
Zelanda: "I fan mi dicono 'vediamo Greg come uno di noi'" E' "un
personaggio molto essenziale e questo permette alle persone di
proiettarsi in Greg... poi piace molto il suo humour". Kinney lo
vede come "una versione di me stesso - aggiunge -. Anch'io come
Greg ero un bambino un po' confuso". L'autore è già al lavoro
sul film animato tratto dal secondo libro e spera se ne
realizzino altri: "Ognuna di queste storie è come un rito di
passaggio in un processo di crescita, c'è molto da raccontare".
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