(di Patrizio Nissirio)
MASSIMILIANO CASTELLANI, ADAM
SMULEVICH, UN CALCIO AL RAZZISMO. 20 LEZIONI CONTRO L'ODIO
(GIUNTINA, PP 108, EURO 10)
Il rituale sembra essere ormai logoro: ululati razzisti
contro giocatori con la pelle nera, insulti antisemiti se si
vuole denigrare l'avversario, campagne d'odio sui social
network. E, a seguire, le prevedibili condanne con la la
sottolineatura che tutto questo "non c'entra con il calcio ed il
tifo". E invece, la Storia e le storie di questo libro ce lo
insegnano, l'odio razzista e l'intolleranza hanno attraversato
la vicenda del calcio, che da questo veleno sembra essere sempre
stato contaminato. Un veleno troppo spesso sottovalutato e
minimizzato.
Massimiliano Castellani e Adam Smulevich raccontano in 'Un
calcio al razzismo' venti storie tra passato e presente. "C'è
infatti un filo che collega i maestri danubiani della Serie A
epurati dal regime fascista - scrivono - agli ignobili attacchi
rivolti contro campioni di colore come Kalidou Koulibaly e
Romelu Lukaku, per citare alcuni casi recenti che
hanno colpito l'opinione pubblica. È quello che cerca di
spiegare questo libro, in un percorso che spazia da Giorgio
Bassani che inseguiva una suggestione calcistica alle colte
citazioni di Lilian Thuram, dal ruolo salvifico di questo sport
per i reduci dei lager all'abominio di chi ai giorni nostri
oltraggia in curva la memoria di Anne Frank o ulula
all'indirizzo dell'avversario di turno, gli dà del 'negro' o
dello 'zingaro di merda'".
Il lettore impara quindi che fu una schedina, quella mitica
del Totocalcio, il sogno di riscatto del giornalista Massimo
Della Pergola quando si trovava in un campo di internamento in
Svizzera. E fu un pallone che rotolava nel segno di una "Stella
Azzurra" a ridare ad Alberto Mieli, sopravvissuto ad Auschwitz,
la forza di restare in vita. Neppure i lager, infatti, riescono
a fare a meno del calcio, come racconta Primo Levi in 'I
sommersi ed i salvati' descrivendo la grottesca partita tra le
SS e i membri del 'Sonderkommando', prigionieri che avevano
l'atroce compito di aiutare i carnefici.
Il calcio non è dunque separato, in nessun modo, dalle
tensioni e dai fantasmi della società in cui si gioca. 'Un
calcio al razzismo' offre un racconto di consapevolezza: far
finta che sia un mondo separato da politica, razzismo ed
intolleranza lo mette solo a rischio di autodistruzione. Vedere
i pericoli in tempo, e combatterli, offre una speranza di
salvezza.
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