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Librerie, calano indipendenti in 6 anni scese a 811

Librerie, calano indipendenti in 6 anni scese a 811

Erano 1.115 nel 2010. Crescono catene da 786 a 1.052

ROMA, 29 novembre 2017, 11:20

di Mauretta Capuano

ANSACheck

iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA

iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA
iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scende il numero delle librerie a conduzione familiare italiane. Nel 2010 erano 1.115 passate a 811 nel 2016. Mentre per le catene (compresi i negozi in franchising) il processo è inverso: erano 786 nel 2010 e sono diventate 1.052 nel 2016. Insomma a soffrire di più, su un totale di 1.863 librerie, sono proprio quelle a conduzione familiare. Per tutte arriva in soccorso uno sconto fiscale, previsto da un emendamento alla finanziaria presentato dal Pd, approvato ieri dalla Commissione Bilancio del Senato. E il credito di imposta su Imu, Tasi e Tari e sull'eventuale affitto, sarà più sostanzioso, fino a 20 mila euro, proprio per le librerie indipendenti "che non risultano ricomprese in gruppi editoriali dagli stessi direttamente gestite". Arriva invece a 10 mila euro per gli altri esercenti. Dai dati dell'Associazione Italiana Editori-Aie contenuti nel Rapporto sullo stato dell'Editoria 2017 risulta che nel 2007 le librerie rappresentavano il 79,0% dei canali trade, nel 2016 sono al 72,2%.

E, ancora una volta, a calare maggiormente sono quelle a conduzione familiare (indipendenti o indie come si tende sempre più a etichettarle) che passano, dal 2010 al 2016, in termini di quota dal 38,8% al 27,8% e in termini numerici dal 58,7% al 43,5%. Quelle di catena, nello stesso periodo, in termini di quota passano dal 39,8% al 45,0% e in termini numerici dal 41,3 al 56,5%. "Le librerie a conduzione familiare perdono quota perchè sono le più fragili, hanno superfici minori e quindi meno titoli, chiudono o vanno a finire nel franchising. Certo, come tutto il commercio al dettaglio, la libreria non fa eccezione. Quello che non si riesce a capire è se le librerie hanno sofferto di più o di meno rispetto alle macellerie o drogherie. Questo ce lo deve dire l'Ali-Associazione Librai Italiani. La mia impressione è che abbiano sofferto meno" spiega all'ANSA Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio Studi AIE. Certo è che, complessivamente la libreria continua ad essere in assoluto il principale canale di vendita dei libri. "Tre titoli su quattro venduti passano attraverso le librerie, sia indipendenti sia di catena. Il vantaggio dell'e-commerce, e vale anche per la grande distribuzione, è che l'apertura è 24 ore su 24 e che ricevi a casa il prodotto che hai ordinato".

    Di questo, ma soprattutto di come le librerie potranno trovare delle forme innovative per avviare la loro attività, per stare sul mercato e anche per valorizzare la produzione dei piccoli e medi editori si parlerà, a partire da questi dati, il 6 dicembre, nel giorno d'apertura della fiera nazionale della piccola e media editoria 'Più libri più liberi', con lo stesso Peresson. E con Mariana Marenghi (Il Covo della ladra, Milano), Rosario Marotta (Libreria La Scugnizzeria, Scampia-Napoli) e Barbara Pieralice (Libreria Nuova Europa), introdotti da Lorenzo Armando (Lexis Compagnia editoriale in Torino, Consiglio Piccoli editori AIE).

    "Attività aggiuntive, incontri con gli autori, collegamenti con biblioteche e scuole, inserimento di punti di ristorazione" sono, sottolinea Peresson, alcuni dei primi passi di innovazione delle librerie. Il responsabile dell'Ufficio Studi dell'Aie, soddisfatto del tax credit a sostegno delle librerie dice che ora "ci vuole il coraggio di un passaggio ulteriore: una politica coordinata a favore del libro e della lettura".

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