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C'mon C'mon, zio Phoenix e nipote alle prese con la vita

C'mon C'mon, zio Phoenix e nipote alle prese con la vita

Film di Mike Mills già alla Festa di Roma in sala dal 7 aprile

ROMA, 29 marzo 2022, 20:01

di Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ah, zio, zio/Spiega la vita, spiega com'è /Ah, zio, zio, com'è, com'è/ Spiegami tutto, spiega perché… ". Questa canzone di Paolo Conte, Lo zio, tratta dall'album 'Appunti di viaggio', è perfetta per raccontare con la giusta leggerezza C'MON C'MON, film di Mike Mills, distribuito dal 7 aprile da Notorius Pictures, passato in anteprima alla Festa di Roma. E questo perché racconta in uno splendido bianco e nero la storia di uno zio, Johnny (Joaquin Phoenix), giornalista pieno di manie e noto per documentari e interviste radio, e di Jesse (Woody Norman), suo nipote di circa dieci anni, pieno di fantasie e assurde convinzioni (come è normale in un bambino).
    Ora Johnny, alle prese con un'inchiesta dove incontra diversi bambini per intervistarli sul futuro del nostro pianeta, si trova costretto forzosamente a fare anche da baby sitter a questo nipote affidatogli dalla sorella Viv (Gaby Hoffmann), impegnata a badare al marito in pieno esaurimento nervoso.
    Il film è tutto qui, almeno per quanto riguarda la trama.
    Diverso invece il complicato rapporto che si instaurerà tra questo 'zio' - figura chiave in ogni famiglia perché è un adulto sui generis, con il quale ci si relaziona diversamente - , e un bambino che vuole sapere cos'è la vita e lo vuole sapere anche subito. Un modo anche per Johnny di mettere in discussione sè stesso e fare un giusto ripasso, ma sempre nel segno di quel politicamente corretto che rassicura.
    "Volevo giocare con toni contrapposti - dice Mills - . Da un lato il film parla di piccoli momenti: come fare il bagno a un bambino o parlare con lui prima di andare a dormire. Dall'altro ci ritroviamo nelle grandi città ascoltando bambini che pensano ad alta voce al loro futuro e a quello del mondo, qui la storia si fa intima e si svolge sullo sfondo di una storia più grande.
    Un po' come accade con mio figlio: il tempo che passiamo insieme è intimo e allo stesso tempo ricco e pieno di tutte le più grandi preoccupazioni della vita. Johnny insomma deve imparare ciò che si impara dai genitori, ma molto più velocemente. Da padre - continua Mills - ho scoperto che ci si sente costantemente un principiante che cerca di stare affannosamente al passo mentre le cose cambiano. E nel film volevo ricreare proprio questa confusione".
    C'MON C'MON , che forse non a caso arriva nella vita di questo regista indipendente dopo un film ispirato a suo padre (Beginners) e uno alla madre (Le donne della mia vita), racconta così una storia che approfondisce il rapporto tra adulti e bambini è che inevitabilmente mette in discussione il significato e il senso di entrambe le condizioni.
    Va detto che questa volta Joaquin Phoenix, attore dotato nell'interpretare personaggi borderline come Joker, lavora felicemente di sottrazione non scivolando mai in facili compiacimenti, né in eccessi sulfurei.
    Certo, in quanto a originalità C'MON C'MON si pone al seguito di quei tanti film in cui un adulto isolato rinnova la sua connessione con il mondo quando è obbligato a prendersi cura di un bambino non suo.
    Una formula che ha dato origine a un discreto numero di classici. Due esempi su tutti: THE KID di Charlie Chaplin e ALICE NELLA CITTÀ di Wim Wenders, film tra l'altro in bianco e nero come quello di Mills.
   

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