La direttrice del museo
archeologico MArTA di Taranto, Stella Falzone, ha presentato le
nuove proposte allestitive pensate per aumentare l'attrattività
della struttura. Uno dei progetti "restituirà luce, dopo anni di
buio, ai tesori nascosti del MArTA. Si tratta - ha spiegato la
direttrice - della Temporary Art, un contenitore fluido, in uno
spazio dinamico come la hall di ingresso del Museo, che
ciclicamente porrà in esposizione alcuni dei circa 6mila reperti
custoditi dei 4 depositi".
E' un'opera di riemersione "che - ha aggiunto Falzone -
sottolinea la ricchezza di questo sito che ha saputo
raccogliere, custodire e preservare ciò che senza il MArTA si
sarebbe potuto perdere, finendo per alimentare il mercato
illegale che dalla fine dell'800 agli inizi degli anni '90 ha
caratterizzato la ricerca archeologica in Puglia".
Ogni mese il museo tarantino proporrà una selezione di alcuni
reperti dei depositi, e il più votato dal pubblico conquisterà
uno spazio da protagonista nelle vetrine di ingresso della
Temporary Art.
Nell'ottica dell'arricchimento delle collezioni rientra "anche
il progetto in fase di completamento dell'Art in Progress, che -
ha precisato la direttrice - di fatto propone nell'esposizione
permanente, con circa 16mila reperti, anche manufatti in oro
che erano conservati nei depositi, e ricolloca al centro dei
percorsi e alla pubblica fruizione importanti testimonianze
archeologiche riportate in patria dal Comando Carabinieri per la
Tutela del Patrimonio Culturale". Tra questi anche il famoso
cratere a volute con scene d'oltretomba restituito dal Paul
Getty Museum di Malibù (320 a.C. circa) e ora esposto al primo
piano del museo accanto al Cratere del Pittore di Dario.
I cartelli 'Reperti in viaggio' esposti nelle vetrine
"testimoniano - ha concluso Falzone - i percorsi di cultura che
il MArTA è in grado di segnare, riportando al centro
dell'attenzione internazionale anche l'importante attività di
scambio con altri territori e altre culture".
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