Con due mostre su Mario Schifano e Carlo Scarpa e un progetto speciale su Ettore Spalletti, Magazzino Italian Art si allarga: il 14 settembre aprirà al pubblico il nuovo Robert Olnick Pavillion che consentirà di quasi raddoppiare gli spazi del museo di Cold Springs specializzato nell'arte italiana dalla seconda metà del Novecento.
Progettato dagli architetti spagnoli Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo, il nuovo edificio permetterà di ampliare l'offerta culturale di Magazzino grazie a 1.200 metri quadri di spazi espositivi. Il padiglione è dedicato al padre della collezionista Nancy Olnick che nel 2017, con il marito Giorgio Spanu, ha fondato Magazzino all'insegna della 'slow art'.
Diventano così due gli edifici del museo, indipendenti l'uno dall'altro. Il primo, aperto sei anni fa, continuerà a essere dedicato all'Arte Povera. Simbolo del nuovo padiglione sarà invece la 'sala isotropa' progettata da Baeza: un cubo, perforato in ciascun angolo da finestre di forma quadrata che generano un flusso di luci e ombre in continua evoluzione.
Aperta fino all'8 gennaio, curata da Alberto Salvadori e organizzata in collaborazione con l'Archivio dell'artista, la mostra su Schifano coincide con i 60 anni dalla prima visita dell'artista negli Usa. Presenterà 80 opere tra cui 12 provenienti dalla Fondazione Maurizio Calvesi e altre mai esposte prima d'ora in pubblico, che Schifano realizzò in omaggio ai pittori italiani di cartelloni pubblicitari: "Attraverso la loro capacità di giocare con il colore elaborando i loghi di aziende come Coca-Cola ed Esso, queste opere rappresentano uno sviluppo parallelo e indipendente rispetto alla Pop art americana", spiega Magazzino.
Sarà aperto fino all'8 gennaio 2024 anche Ettore Spalletti: Parole di colore, progetto appositamente concepito per il nuovo padiglione dalla Fondazione Ettore Spalletti e da Alberto Salvadori in collaborazione con l'architetto Baeza. Cinque opere di Spalletti saranno installate all'interno della sala isotropa: tre monocromatiche dipinte nel 2009 con colori applicati ritualmente nello stesso modo e alla stessa ora del giorno saranno messe in dialogo con la scultura Colonna nel Vuoto del 2019 e con Disco del 1981, in legno laccato nero inserito in una delle pareti.
Visibile al pubblico fino al 31 marzo 2025 sarà poi la mostra su Carlo Scarpa: curata da Marino Barovier, presenterà una selezione di 56 opere in vetro di Murano dalla vasta raccolta Olnick Spanu. L'esposizione ricostruisce il percorso creativo del celebre architetto dal 1926 al 1947, periodo in cui collaborò con le due più importanti fornaci muranesi dell'epoca: M.V.M. Cappellin & Co. e Venini.
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