La Galleria Ricci Oddi di
Piacenza ospita dal 12 aprile al 24 luglio 'Klimt. L'uomo,
l'artista, il suo mondo', una grande mostra dedicata al maestro
della secessione viennese, con oltre 160 opere tra dipinti,
sculture, grafica, manufatti d'arte decorativa provenienti dal
Belvedere Museum di Vienna, dalla Klimt Foundation e da molte
altre collezioni pubbliche e private. Il racconto di uno dei
periodi più entusiasmanti della storia dell'arte del primo '900
visto attraverso la vita, il percorso creativo e le
collaborazioni di Klimt, vuole festeggiare anche il 'ritorno a
casa' del 'Ritratto di signora' (1916-17), dipinto sparito dalla
Ricci Oddi nel 1997 e ricomparso fortunosamente nel 2019:
l'inchiesta che ipotizzava i reati di furto e ricettazione è
stata archiviata dal gip lo scorso novembre.
Il percorso espositivo muove dal clima del simbolismo
europeo, da cui Klimt prende le mosse con incisioni e disegni
emblematici di Klinger, Redon, Munch, Ensor, Khnopff, la famosa
Medusa di von Stuck e sculture di Minne e dello stesso Klinger,
per poi introdurre i visitatori nel mondo di Klimt, con le sue
prime opere e i suoi primi compagni: i fratelli Georg ed Ernst,
e l'amico Franz Matsch. Ci si addentra quindi nella vicenda del
pittore attraverso la Secessione Viennese da lui fondata con
altri 17 artisti nel 1897 in segno di protesta verso l'arte
ufficiale Un'intera sezione è dedicata al Ritratto di Signora e
al racconto delle sue avventurose vicende. Il mondo delle Wiener
Werkstätte, i laboratori d'arte decorativa fondati a Vienna da
Josef Hoffmann e da Kolo Moser nel 1903, è documentato
attraverso arredi, argenti, vetri e ceramiche. Sono esposti
inoltre i Manifesti della Secessione, tra cui quello di Klimt
Teseo e il Minotauro, che all'epoca fece scandalo, e riviste
come 'Ver Sacrum'. Una scelta di disegni e incisioni di Schiele
e Kokoschka, tra cui la fiabesca serie dei Ragazzi sognanti,
ricorda la più giovane generazione di artisti austriaci che da
Klimt prese le mosse. Il percorso è arricchito da una sezione
dedicata ad artisti italiani che si ispirarono a Klimt, come
Casorati, Wildt e Zecchin.
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