Ridurre drasticamente il numero
dei cinghiali eradicando il virus della peste suina africana
(Psa) per salvare gli allevamenti e le esportazioni di carne di
maiale, perché il rischio di ricadute dell'epidemia sulle
imprese e sull'occupazione è drammatico. È l'Sos lanciato
dall'assessore regionale all'Agricoltura in Emilia-Romagna,
Alessio Mammi, intervenuto nelle Commissioni Politiche per la
salute e Politiche economiche che si sono riunite in seduta
congiunta per affrontare, fra gli altri temi, proprio le misure
di contrasto alla diffusione della peste suina africana.
"L'emergenza è nazionale - ha sottolineato Mammi - e non si
può pensare di convivere con il virus, ma occorre puntare alla
sua eradicazione perché la nostra produzione di salumeria è
un'eccellenza conosciuta a livello mondiale. La Psa sta
producendo danni economici con mercati chiusi in Estremo oriente
e altri Paesi che minacciano il blocco dell'export. Ci sono
problemi negli allevamenti, anche se finora non stati raggiunti
dal virus, con la riduzione dei prezzi e la perdita di reddito.
Ci sono conseguenze gravi sul piano economico che possono
trasformarsi in problemi sociali, perché alcune aziende hanno
già chiesto la cassa integrazione".
"Occorrono sospensione dei mutui, sostegno ai lavoratori,
agevolazioni fiscali". L'assessore Mammi ha chiesto "un incontro
al governo: dobbiamo salvaguardare l'export, riaprire i mercati
di Giappone e dell'Estremo oriente, avere un confronto con la Ue
sui selvatici infetti (se viene trovata una carcassa a 15
chilometri da un salumificio, a quest'ultimo vengono imposte
limitazioni)". Dalla Regione sono stati stanziati 10 milioni per
la biosicurezza negli allevamenti: barriere di protezione e
tecnologie per la sanificazione. "Se oggi il virus non è entrato
in nessun allevamento è grazie alla prevenzione attuata con
risorse e formazione".
In regione finora sono state trovate 150 carcasse di
cinghiali positive al virus. Interessate le province di Piacenza
e Parma. L'export di salumi è bloccato verso Giappone, Cina,
Corea del Sud e Taiwan, mentre in altri Paesi ci sono limiti e
si esportano solo mortadella e prosciutto cotto o, come negli
Usa, solo prosciutto crudo a lunga stagionatura che inattiva il
virus.
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