Per gli inquirenti è "il re di Roma Nord". Questo il biglietto da visita criminale di Salvatore Nicitra, l'ex esponente della Banda della Magliana, raggiunto questa mattina da una ordinanza di custodia cautelare in carcere dove si trova detenuto da due anni in quanto coinvolto nella maxinchiesta sul clan Gambacurta. Il suo lungo percorso, secondo quanto ricostruito in passato dai carabinieri, nella "mala" capitolina affonda negli anni '80 durante i quali si ritaglia un ruolo di primo piano nelle attività illecite nel quadrante compreso tra Montespaccato, Aurelio, Primavalle, Cassia e Monte Mario. Nel giugno del 1993 mentre Nicitra è in carcere per accuse di mafia, scompaiono il fratello Francesco e il figlio Domenico di 11 anni. Della sorte dei due non si avranno più notizie. Nel processo alla banda che ha insanguinato Roma oltre 30 anni fa i giudici lo descrivono così: "Nicitra, siciliano, con trascorsi di rapinatore già amico di Franco Giuseppucci e referenti di Enrico De Pedis (in arte Renatino), per la commercializzazione della droga nella zona di Primavalle, il quale per la capacità di gestire - scrive il giudice istruttore Otello Lupacchini - il gioco d'azzardo venne anch'egli arruolato nella banda per la conduzione di circoli privati". In sostanza Nicitra "è personaggio di spicco dell'organizzazione (Banda della Magliana ndr) capace di esercitare e godere notevole ascendente nei confronti dei consociati. Non ha disdegnato, in passato, di ricorrere a minacce, intimidazioni e violenze nei confronti si siano opposti alla sua volontà". Una attività malavitosa andata avanti per anni e riemersa, dal punto di vista investigativo, nel giugno del 2018 nell'indagine relativa al gruppo criminale dei Gambacurta, guidata dal boss "zio Franco", attiva nella zona di Montespaccato e Primavalle, il regno di Nicitra.
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