Il dibattito interno alla
Procura di Caltanissetta sull'attendibilità del pentito Vincenzo
Scarantino è stato al centro delle deposizioni di alcuni
magistrati allora in servizio nell'ufficio, nel processo sul
depistaggio della Strage di via D'Amelio. Per Roberto Saieva,
che da gennaio a ottobre del '94 fu applicato a Caltanissetta,
"quando nel settembre viene interrogato Vincenzo Scarantino,
cominciano ad emergere dei momenti di criticità. Per la
dottoressa Boccassini e per me era abbastanza palese
l'inattendibilità mentre diversa era la posizione di Tinebra,
Giordano e Petralia. Le diversità di vedute permanevano e quindi
si decise di mettere nero su bianco le nostre impressioni da
consegnare ai colleghi. La nota risale al 12 ottobre e fu
inviata a Palermo". Diversa la posizione dell'allora procuratore
aggiunto Francesco Paolo Giordano, il quale ha detto che aveva
"grande fiducia nei confronti di Arnaldo La Barbera e dei suoi
uomini" che gestirono Scarantino, poi rivelatosi un falso
pentito.
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