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Chikungunya, assessore: 'Focolaio non a Roma ma Anzio'

Chikungunya, assessore: 'Focolaio non a Roma ma Anzio'

Montanari: danneggiati da disinfestazioni inefficaci di altri

17 settembre 2017, 17:13

Redazione ANSA

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Un esemplare di zanzara tigre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un esemplare di zanzara tigre - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un esemplare di zanzara tigre - RIPRODUZIONE RISERVATA

"A Roma disinfestazioni e derattizzazioni sono state effettuate con grande impegno. Dire o lasciar intendere il contrario è un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini. Il focolaio non è a Roma ma ad Anzio. Roma è stata danneggiata dalle disinfestazioni inefficaci di altri comuni laziali. Roma, con 2.875.364 abitanti ha subito 6 casi di contagio. Anzio, con 54.211 abitanti ha riscontrato 19 casi". Così l'assessora alla Sostenibilità di Roma, Pinuccia Montanari in merito ai casi di virus Chikungunya.

"Una parte dei cittadini romani che è risultata positiva alla Chikungunya -ha aggiunto l'assessora- era stata in vacanza ad Anzio. Mentre i nostri trattamenti preventivi a bassa tossicità hanno funzionato molto meglio degli altri, ci chiediamo cosa hanno fatto le altre Amministrazioni per garantire la salute dei cittadini. La nuova ordinanza Raggi è servita per permettere gli interventi anche sul suolo privato. Nessun passo indietro e nessun ritardo da parte nostra. I trattamenti adulticidi erano già previsti. Su questo caso andremo fino in fondo, per ristabilire la verità e valuteremo tutte le azioni possibili, anche legali, denunciando il procurato allarme e la diffusione di notizie false, per tutelare l'operato dell'Amministrazione Capitolina".

Sale di giorno in giorno nel Lazio e in tutta Italia il numero dei contagiati dal virus Chikungunya: sabato il bollettino serale del Servizio regionale di sorveglianza malattie infettive laziale ha segnato quota 64, contro i 47 di venerdì. Di questi, la stragrande maggioranza, 54, risiedono o hanno soggiornato ad Anzio, la città del litorale sud di Roma dove è stato individuato un focolaio; sette casi sono stati registrati a Roma, tre a Latina. E la Regione Lazio convoca per lunedì i rappresentanti di Roma Capitale e delle altre amministrazioni interessate, Latina e Anzio, "per verificare l'azione di disinfestazione messa in atto fin qui".

Dopo il Lazio, l'Emilia Romagna e la Lombardia, il virus Chikungunya è arrivato anche nelle Marche. Si tratta di un uomo di 65 anni di Castelplanio, in provincia di Ancona, già guarito e dimesso dall'ospedale di Fabriano. Il suo caso sembra comunque legato al focolaio 'romano': aveva passato parte dell'estate in una città laziale dove si sono verificati altri casi. La crescente diffusione del virus però ha messo in allerta anche l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), che non esclude che nei prossimi giorni possano verificarsi ulteriori casi nel nostro Paese. La zanzara tigre, infatti, scrivono gli esperti sul sito dell'Organizzazione, "è ormai stanziale nel bacino del Mediterraneo, ha dimostrato la capacità di sostenere focolai di Chikungunya in passato, e l'area in cui si sono verificati i casi è densamente popolata e turistica, soprattutto nei mesi estivi". Ecco dunque che ai viaggiatori che scelgono di visitare la Penisola è consigliato un abbigliamento corretto e l'uso di repellenti.

Negative analisi su caso sospetto a Modena  - È negativo l'esito degli esami condotti sul sospetto caso di virus chikungunya rilevato a Modena sabato. Le analisi di laboratorio, infatti, escludono la presenza del virus trasmesso attraverso la puntura della zanzara del genere Aedes, la cosiddetta zanzara tigre. Lo rende noto il Comune di Modena che ha quindi revocato l'ordinanza e sospeso i trattamenti straordinari di disinfestazione che nella serata di sabato hanno riguardato un'area a sud della città, tra la tangenziale Neruda e via Giardini. Come di prassi, la segnalazione del sospetto caso di emergenza sanitaria era arrivata dal servizio di Igiene pubblica dell'Azienda Ausl e il Comune aveva immediatamente predisposto l'ordinanza che prevede l'attuazione dei trattamenti tesi alla rimozione dei focolai larvali per prevenire la diffusione della malattia.

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