"La crisi dei sistemi di welfare",
nel nostro Paese, ha alla base "quattro fattori fondamentali":
l'invecchiamento della popolazione, il calo della natalità,
"impressionante nel corso degli ultimi 70 anni", la
decelerazione del Pil ed il "tendenziale aumento del tasso di
disoccupazione", laddove "i tre 'nodi' del welfare si chiamano
"previdenza, salute e scuola", e rispettivamente le loro
percentuali di spesa che 'pesano' sul Pil sono "16,3%, 6,3% e
4,1%".
A dirlo il consigliere dell'Istituto per la vigilanza sulle
assicurazioni (Ivass) Riccardo Cesari, ascoltato stamani nella
Commissione parlamentare per il controllo delle forme
previdenziali, che sta conducendo un'indagine conoscitiva
sull'equilibrio e i risultati delle gestioni del settore
previdenziale allargato, con particolare riguardo alla
transizione demografica, all'evoluzione del mondo delle
professioni, e alle tendenze del welfare integrativo.
Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), ha osservato,
"sta cercando di trovare una soluzione a queste problematiche",
ricordando alcuni interventi dell'iniziativa di matrice europea
per la salute che ammontano "a qualcosa come 16 miliardi di
euro", per "un 'peso' complessivo sui fondi del Pnrr intorno
all'8,7%. Faccio presente che la salute, sul totale della spesa
pubblica, 'pesa' per il 12%", quindi "c'è un
sottodimensionamento nel quadro complessivo del Piano", chiude.
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