Cominciò a scrivere poesie
settant'anni fa, appena adolescente. Per la prima volta ne
pubblica 87 in un volume edito da Spazio cultura edizioni. Il
titolo è "Metà farfalla metà anima", l'autrice è Grazia
Cianetti, romana, da anni trapiantata a Palermo, ma girovaga per
necessità familiari che l'hanno portata un po' ovunque in
Italia, anche se la Sicilia e la Puglia sembrano i luoghi che le
stanno più a cuore. Il libro - 116 pagine, 10 euro, prefazione
di Maria Grazia Calandrone - è stato appena pubblicato nella
collana "Spazio poesia" diretta da Nicola Romano.
La silloge si apre con un avvertimento per i lettori: "Non so
scrivere sui massimi sistemi,/ penso a fiorami/ ricami". Lei è
sì, poetessa, ma realizza anche "quadri di stoffe" che tanto
assomigliano per soavità ai suoi versi, maturati da quando era
una "figlia trasognata al davanzale", come la descriveva sua
madre, Milena Fontani, in una poesia del 1946, che s'intitola
"Punto in croce" e non a caso si trova in esergo al libro,
perché poco più avanti è stavolta la figlia a ricambiare
l'attenzione: "Le mani di mia madre./ Quando non seppe più/ che
farsene/ un giorno le posò sui ginocchi". La raccolta ha
continui rimandi ai volti di famiglia, al figlio lontano: "Se
potessi tornare, ritrovare/ la dolcezza delle prugne di cuore,/
le pomelie sui balconi dei poveri".
Ma desiderare stanca, meglio lo smarrimento generato dal
"male che ti assale, non sai/ se di febbre o di vivere". Ma non
basta, perché "il pericolo è la guarigione./ In agguato".
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