"Per me questo è un giorno di
speranza e rinascita. Io mi trovavo all'inferno prima adesso che
vivo in missione sono molto più sereno e felice. Farò il vaccino
con molta gioia". Lo afferma uno dei cinquanta ospiti che oggi
sarà vaccinato nella missione speranza e carità di Biagio Conte,
missionario laico che assiste i poveri e gli emarginati a
Palermo. Si inizia dalla struttura in via Archirafi che accoglie
i più fragili. "Il Covid non è il problema più grave per i
poveri - dice Riccardo Rossi frate della missione - Per i poveri
il dramma è quello di un posto per dormire e dove vengono
garantiti pasti caldi. Per molti di loro questo periodo è stato
di grave sofferenza. Non hanno trovato lavoro perché è tutto
bloccato e sono aumentati gli assistiti che hanno avuto problemi
mentali. Noi nelle strutture accoglievamo mille uomini e donne.
Adesso per garantire il distanziamento siamo scesi a 400. Dove
sono finiti gli altri? Alcuni li abbiamo visto dormire alla
stazione tra i treni fermi". Don Pino frate della missione
sottolinea l'importanza dell'azione simbolica di oggi. "E' un
segno di attenzione nei confronti degli ultimi è un segno
importante di rinascita e di speranza che possa farci superare
insieme questa terribile pandemia". Presente alla vaccinazione
degli ospiti anche il commissario per l'emergenza Covid di
Palermo Renato Costa. "Oggi vacciniamo chi era fuori da tutti i
circuiti - dice - Stiamo portando il vaccino dove non sarebbe
mai arrivato. Dobbiamo farlo ovunque ". Tanti i volontari
impegnati in questa giornata. "Un giorno tanto atteso. Nessuno
di loro poteva pensare che poteva essere tra quanti avrebbero
ricevuto il vaccino - dice Francesco Russo medico volontario
della missione - Ognuno di loro è intimamente contento della
vaccinazione. Abbiamo risposto a tutte le loro domande e i loro
dubbi. Adesso speriamo che questa iniziativa si estenda nei vari
centri in via Decollati, nella struttura che accoglie le donne
della missione il centro a San Lorenzo. E' stato un periodo di
forte tensione per tutti. Qui abbiamo vissuto un periodo molto
duro quando c'è stato il focolaio nelle strutture. Quelli sono
stati mesi molto difficili adesso speriamo nella rinascita che
deve partire anche in queste strutture che accolgono da anni gli
ultimi e gli emarginati".
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