"Mario Francese è stato vittima e
testimone di una stagione sciagurata della città. A 46 anni
dalla sua uccisione per mano mafiosa e nell'anno in cui ricorre
il centenario della sua nascita, ricordiamo l'uomo e il
professionista che non si è limitato a registrare fatti e a
riproporli freddamente, ma che ha deciso di entrare nel merito,
di ricercare le cause e porsi interrogativi. Un modo di fare che
quella mafia, con prevaricazione, non perdonava. Era entrato con
competenza e razionalità all'interno del grande mistero delle
dighe ed è stato tra i primi a mettere in luce la pericolosità
della scalata del clan dei corleonesi. Proprio la sua
testimonianza, che attraversa il tempo e giunge fino ad oggi,
diventa monito tanto per i professionisti del giornalismo,
quanto per tutta la società civile, intesa come riferimento al
quale guardare con apprezzamento e immutata riconoscenza". Lo ha
detto il sindaco di Palermo Roberto Lagalla che oggi ha
partecipato alla cerimonia di commemorazione del giornalista
Mario Francese, ucciso in viale Campania il 26 gennaio 1979.
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