"Rocco Chinnici ha avuto la
capacità di innovare in modo davvero significativo il metodo di
contrasto alla mafia: al tempo le sue innovazioni non furono del
tutto comprese, ma oggi sono patrimonio della legislazione
europea. Mi riferisco alla cooperazione giudiziaria e delle
forze di Polizia, allo scambio di informazioni e alle misure
patrimoniali". Lo ha detto l'eurodeputata Caterina Chinnici,
figlia di Rocco il giudice ucciso dalla mafia 41 anni fa a
Palermo da una autobomba assieme a due carabinieri di scorta e
al portiere dello stabile, parlando a margine della cerimonia di
commemorazione, stamattina a Palermo.
Per commemorare Chinnici, il maresciallo Mario Trapassi e
l'appuntato Salvatore Bartolotta -e il portiere dello stabile di
via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi, è stata deposta una
corona di alloro.
Alla cerimonia - dinanzi alla lapide posta nello stabile di
via Pipitone Federico, dove viveva il giudice - erano presenti,
tra gli altri, il presidente della Regione Renato Schifani,
Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale
Antimafia, il vice sindaco Pietro Cannella e il presidente del
consiglio comunale, Giulio Tantillo, i figli Caterina e
Giovanni Chinnici, Matteo Frasca, presidente della Corte di
appello di Palermo e Lia Sava, procuratrice generale, i vertici
delle forze dell'ordine
"Mio padre diede un contributo importante - ha detto Caterina
Chinnici - alla legge Rognoni-La Torre per quanto riguarda le
confische, ma anche all'introduzione del reato di associazione a
delinquere di stampo mafioso. Nei dieci anni che ho trascorso al
Parlamento europeo ho portato avanti il suo lavoro e così farò
nei prossimi cinque. L'obiettivo - ha aggiunto - era far
diventare questo lavoro patrimonio dell'intera Ue nella lotta
alla criminalità organizzata, che ha caratteristiche
transnazionali: Rocco Chinnici questo l'aveva già intuito e io
porto avanti il suo lavoro, per consolidare questo impegno che
tanti magistrati hanno portato avanti dopo di lui".
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