Dalla Questura a Palazzo Reale. È
la nuova tappa del viaggio urbano del "branco" di Velasco
Vitali: 54 cani in statue di metallo e di materiale di edilizia
abusiva che raffigurano simbolicamente la lotta alla mafia. Il
"branco" nasce da un progetto curato da Alessandro De Lisi e
promosso dalla Fondazione Falcone che il 23 maggio dell'anno
scorso, anniversario della strage di Capaci, ha portato le
installazioni nell'aula bunker dell'Ucciardone. Da qui i cani
sono poi passati nel palazzo della Questura e ora vengono
trasferiti a Palazzo Reale.
È un caso, ha detto il questore Leopoldo Laricchia, in cui la
bellezza dell'arte incarna la volontà di riscatto civile di una
società che in questi anni è molto cambiata.
È cambiato, ha detto il sindaco Leoluca Orlando, anche il
rapporto di "sintonia" tra le istituzioni e i poteri criminali.
Il progetto di animazione culturale e sociale che sta dietro la
creazione del "branco" è stato inquadrato dal presidente
dell'Ars Gianfranco Micciché e dalla direttrice della Fondazione
Federico II Patrizia Monterosso in una idea di saldatura e di
collaborazione tra le istituzioni. Lo sfondo è la piazza nella
quale si affacciano la Questura, l'Assemblea regionale, la
legione dei carabinieri, la Fondazione Federico II. L'arte
diventa così strumento dei cambiamenti e vivifica la memoria nel
trentennale delle stragi. Da qui la scelta della Fondazione
Falcone di portare l'arte contemporanea nei luoghi vitali delle
più importanti battaglie contro la mafia in modo da non limitare
la memoria solo al ricordo. "Parliamo - ha aggiunto Alessandro
De Lisi - di quella memoria che dalla commemorazione punta alla
ricostruzione".
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