"Approdano a Lampedusa dopo due,
tre giorni di viaggio in mare. Sono migranti di diverse
nazionalità: bengalesi, egiziani, sudanesi, siriani, fortemente
provati dal viaggio e dalle violenze subìte. Molti di loro
riferiscono di essere stati picchiati e torturati nei centri
dove sono stati detenuti prima di partire. Purtroppo è la
tragica condizione che accomuna chi arriva dalla Libia dove la
situazione non è cambiata". Lo dice all'ANSA Alida Serracchieri,
infermiera specializzata in malattie tropicali e coordinatrice
sanitaria del progetto a Lampedusa per Medici Senza Frontiere.
Dal giugno scorso una équipe di specialisti di Msf è
impegnata sull'isola sul fronte dell'emergenza migranti, con
squadre di sanitari composte da medico, infermiere, psicologo e
mediatore culturale. "Collaboriamo con il personale sanitario
del ministero della salute e dell' Asp - spiega Serracchieri -
in banchina supportiamo lo sbarco con lo screening di ciascun
migrante, sia per individuare patologie generiche ma anche tutti
quei casi vulnerabili, come patologie mentali e vittime di
tortura, che hanno bisogno di un percorso assistenziale ben
preciso, che viene seguito con l'assistenza in banchina, poi
nell'hotspot e infine nei centri di quarantena per vulnerabili
di Agrigento".
In questi tre mesi il team di Msf ha assistito circa 10mila
migranti, compresi quelli sbarcati nelle ultime ore. Con il bel
tempo i 'viaggi della speranza' sono infatti ripresi a pieno
ritmo. "Le condizioni meteo da ieri sono migliorate - spiega la
coordinatrice di Msf - e ne abbiamo potuto constatare subito gli
effetti. Tra ieri pomeriggio e questa mattina sono approdati
circa 800 migranti; altri li attendiamo in giornata". Al momento
le persone ospitate nell'hotspot di contrada Imbriacola sono
circa un migliaio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA