Il 25 gennaio a Terralba si svolgerà la 38/a Marcia della Pace dal tema "Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace", organizzata dal comitato promotore, composto dalla Caritas Sardegna e diocesana di Ales-Terralba, dal CSV Sardegna Solidale, dall'Unità Pastorale di Terralba, dal comune di Terralba e dalla Pastorale Giovanile e Vocazionale diocesana.
L'appuntamento è le 15 all'istituto superiore De Castro (via Rio Mogoro), per il raduno dei partecipanti che poi raggiungeranno la chiesa di San Pietro dove si terrà la veglia di preghiera per la pace, presieduta da mons. César Essayan, Vicario apostolico della Chiesa latina in Libano.
"Ancora una volta - si legge nell'appello del comitato promotore - constatiamo la sciagura della guerra che avvolge il destino di milioni di persone in tutti i continenti: dall'Africa all'America, dall'Europa all'Asia all'Oceania. Sembra che nulla abbiamo imparato, che nulla vogliamo costruire: uomini e donne, bambini e anziani, tutti vittime dell'assurda ricerca del potere politico e militare, del benessere economico a discapito di altri, di sempre maggiori ricchezze finanziarie sulla pelle dei poveri. Siamo circondati da tragedie senza fine, delle quali spesso riesce difficile anche comprendere il perché. La pace non viene soltanto dai sottili fili tessuti dalle diplomazie di tutto il mondo, che sono certamente necessari a stabilire regole, indicare confini, presentare richieste e perorare cause.
Essa nasce anche e soprattutto dalla riscoperta di valori umani fondamentali: solo l'amore e la comprensione reciproca, praticati a tutti i livelli e a qualunque costo, possono infatti dare un volto veramente umano alla pace. Così le rivendicazioni dei popoli e dei poveri a livello internazionale si incrociano e si coniugano anche con i problemi della nostra terra di Sardegna: il lavoro sempre più povero, la povertà intergenerazionale, le difficoltà di tantissime persone ad avere accesso alle cure mediche garantite dallo Stato, la mancanza di sogni nei giovani e una speranza che si affievolisce, come se non fosse più capace di guardare al futuro con fiducia".
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