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Politica e corruzione in scena ne "Le volpi" con Colangeli

Politica e corruzione in scena ne "Le volpi" con Colangeli

Tour nell'isola dall'8 marzo per la stagione Cedac

CAGLIARI, 08 marzo 2024, 13:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

La corruzione nella politica, tra giochi di potere e scambi di favori, è il tema centrale di "Le Volpi". Lo spettacolo della Compagnia CapoTrave, testo di Lucia Franchi e Luca Ricci, sua anche la regia, sarà in scena l'8 marzo alle 21 al Teatro Costantino di Macomer, il 9 alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e il 10 marzo alle 20.30 al Comunale "Akinu Congia" di Sanluri per La Grande Prosa del Cedac.
    "Una commedia che fa riflettere sui vizi della classe politica, ma anche sul ruolo dei cittadini: ci coinvolge tutti", afferma Giorgio Colangeli, protagonista insieme con Antonella Attili e Federica Ombrato. "Interpreto un sindaco di una cittadina non meglio identificata", rivela l'attore, all'attivo un'intensa carriera fra teatro e cinema, Nastro d'Argento per "La cena" di Scola e David di Donatello per "L'aria salata" di Angelini.
    "E' un uomo di una certa età, per sua natura gioviale, anche bonario, che presenta il suo piccolo peculato come una faccenda personale, chiedendo all'amica dirigente sanitaria di raccomandare la sua ditta, ora diretta dal cognato, presso la regione - racconta Colangeli - il sindaco fa notare come la chiusura dell'azienda danneggerebbe tutta la comunità, e 'offre' in cambio la nomina della figlia della donna come direttrice del museo d'arte contemporanea".
    L'artista romano, che ha esordito con la compagnia Il Torchio negli anni '70, reduce dalla tournée con "I Due Papi" di Anthony McCarten con Mariano Rigillo, spazia da film come "Pasolini, un delitto italiano" e "Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana e "Il divo" di Paolo Sorrentino, a commedie come "La cena" di Scola, fino a "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi.
    "Il cinema, con i primissimi piani, mi ha insegnato a cercare la verità nei dettagli, anche a teatro - racconta Colangeli - la mia non è stata una vocazione precoce, ero già laureato in fisica e orientato all'insegnamento, quando ho iniziato a recitare quasi per caso: quest'arte è diventata la mia passione, il teatro ha cambiato la mia vita. Oggi questo mestiere è molto mutato, i social che prima non c'erano hanno radicalmente modificato il modo di proporsi al pubblico: perfino io, analfabeta digitale, ho la mia pagina e un profilo sui social".
    E durante la pandemia? "Mi sono rifiutato di fare teatro in video, mi sembrava un tradimento, come mandare in onda registrazioni di spettacoli: il teatro è un evento unico e irripetibile, è quello che succede qui e ora sul palco, davanti al pubblico, e ogni sera è diverso".
   

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