(di Antonella Brianda)
La specie rara di Lucertola blu, la
Berta minore, la tartaruga Caretta caretta e poi ancora
tipologie di squali e delfini in fase di tutela, la presenza
della Foca Monaca, ma anche un tipo di fiore della famiglia dei
Fiordaliso che qui cresce ed è considerato un unicum nell'intero
bacino del Mediterraneo: sua Maestà, "la Regina" come gli
abitanti della Gallura chiamano l'isola di Tavolara, nella costa
a Nord est della Sardegna, è la casa di decine di specie animali
e vegetali protette, molte in via d'estinzione. Non a caso
l'isola, insieme con una grossa fetta di mare che la circonda,
fa parte di un'Area Marina Protetta, che ha il compito di
preservare l'ambiente senza però escludere del tutto l'uomo che
la può visitare e ammirare.
"Il nostro compito è quello di costruire una maggiore
sinergia tra uomo e natura - spiega il presidente dell'Amp
Tavolara Punta Coda Cavallo, Massimo Canu - vogliamo andare
sempre più verso un'area marina protetta che ha la concezione
del 'noi', ossia in cui le persone sappiamo per coscienza cosa è
lecito fare, e solo come estrema ratio si arrivi ad una sanzione
qualora vengano violate le norme. Anche se ritengo che
bisognerebbe rivedere le tariffe sanzionatorie per chi infrange
le regole all'interno di quest'area, incrementandole e laddove
necessario, ponendo una sorta di daspo per chi commette
effrazioni gravi contro questo prezioso ecosistema".
Si parte prima di tutto dalla sensibilizzazione, anche e
soprattutto delle nuove generazioni, e lo si fa consapevoli di
quanto luoghi come questo, unici al mondo, attirino sempre più
turisti. "Lo stesso CNR ha rilevato uno studio dal quale è
emerso come il 'brand Gallura' e quello 'Costa Smeralda', nello
scorso anno, sono stati il fattore trainante del turismo sardo,
- aggiunge Canu - ma questo non ci deve spingere verso la
mercificazione di Tavolara e dell'Amp, piuttosto deve portarci
ad aumentare le sue tutele". Maggiori tutele e quindi maggiori
restrizioni e divieti per i visitatori sono state poste in atto
già del 31 luglio scorso, quando il personale dell'Amp Tavolara
ha posizionato nei fondali lungo la costa dell'isola, dei cavi e
dei boxe per evitare che le imbarcazioni buttino l'ancora sulle
banchine sottomarine di posidonia, una pianta protetta, sinonimo
di pulizia e salubrità dei mari, e una specie da tutelare perché
quando arriva sugli arenile ne evita l'erosione. "Siamo stati
più restrittivi nella distanza dalla riva proprio perché
vogliamo che le persone si abituino al rispetto dell'ambiente -
aggiunge il presidente dell'Amp Tavolara - anche se in questo
mese siamo già stati costretti a riparare i cavi che erano stati
tranciati. Ecco perché penso che l'inasprimento delle sanzioni,
con una maggiorazione dei costi se si sgarra dentro le aree
protette sia necessaria e provvederò a rivedere le tariffe per
quanto mi compete".
Forse l'unico modo per riuscire a preservare l'habitat
perfetto in cui, a Tavolara e nelle sue acque, hanno trovato
casa le specie che la popolano, è proprio quello di muoversi a
pelo d'acqua e in punta di piedi sui sentieri dell'isola e farlo
ammirando questa meraviglia della natura, cercando però non
lasciarvi nessuna impronta umana.
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