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Uccide il fratello: reoconfesso a gip, "dispiaciuto e pentito"

Uccide il fratello: reoconfesso a gip, "dispiaciuto e pentito"

Nuoro, convalidata dal gip la misura cautelare in carcere

NUORO, 06 marzo 2023, 13:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ha ammesso le sue colpe durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere nuorese di Badu 'e Carros, Giuseppe Pittalis, l'allevatore di 55 anni di Bitti che venerdì mattina ha ucciso a martellate il fratello Giorgio, di 61, al culmine di una lite nella loro azienda agricola, in località Sa 'e Lussu.

Davanti al gip del tribunale barbaricino Mauro Pusceddu, che ha poi deciso per la convalida della misura cautelare in carcere, il reoconfesso, assistito dall'avvocato Angelo Manconi (in sostituzione del collega Potito Flagello), è apparso provato: "Sono dispiaciuto e pentito - ha detto - Giorgio era mio fratello, sangue del mio sangue, ma non ci ho visto più in quel momento". Ha quindi ricostruito quei momenti, nelle prime ore di venerdì mattina, quando i due fratelli erano impegnati a mungere le pecore. Una lite scoppiata per un furgoncino fermo da giorni: lo guidava Giuseppe per raggiungere l'azienda dove gestivano un gregge di quasi mille pecore. Giorgio rimproverava al fratello di non essersi attivato per ripararlo, e questo stava creando problemi nei loro spostamenti e comportava ogni mattina chiedere favori ad amici per andare al lavoro.

Durante la discussione, Giorgio avrebbe dato uno spintone a Giuseppe, che a quel punto ha reagito con violenza: lì vicino c'era un grosso martello, lui lo ha preso e ha colpito ripetutamente il fratello sulla testa. "Per me era morto - ha raccontato il 55enne al gip - Mi sono reso conto subito del grave reato che avevo commesso, quindi ho chiamato un amico allevatore che mi ha accompagnato in paese: dovevo sbrigare alcune commissioni prima di costituirmi". Giuseppe è tornato a casa, si è cambiato, ha versato alcuni assegni in banca ed è passato al bar a prendere un caffè. In piazza poi ha incontrato il sindaco Giuseppe Ciccolini, ed è a lui che confesserà il delitto. Sarà il primo cittadino ad accompagnarlo poco dopo nella caserma dei carabinieri dove Giuseppe si è costituito.  

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