Sacchi di nylon pieni di sabbia
sulla battigia per fermare l'erosione del Poetto. Furono
sistemati al Lido con tutte le autorizzazioni 26 anni fa.
Rimedio provvisorio? No, denuncia il gruppo dei Progressisti in
Consiglio comunale e regionale e , quei sacchi sono ancora lì,
venuti alla luce dopo le mareggiate invernali.
"Nessuno ha provveduto al ripristino ambientale, mentre la
Regione Sardegna, il Comune di Cagliari e l'attuale
concessionario del Lido non si accordano su chi debba
occuparsene - sottolinea Francesca Mulas, consigliera comunale,
che sul tema ha presentato un'interrogazione. - E' urgente che
enti e privati si siedano a un tavolo e si accordino per una
soluzione rapida".
Attacco anche dall'opposizione in Regione: "Preoccupa lo
scaricabarile tra amministrazioni - così Francesco Agus,
capogruppo in Consiglio regionale - comune, provincia, demanio e
due assessorati regionali sembrano impegnati solo a sfuggire
alle responsabilità. Si deve fare l'esatto contrario, serve un
tavolo aperto con tutti gli enti coinvolti per elaborare una
soluzione condivisa e immediata".
Maria Laura Orrù, consigliera regionale, ha spiegato che c'è
stata una richiesta di "convocazione urgente della Commissione
competente per dialogare con tutte le parti coinvolte e
procedere con urgenza a bonificare l'area interessata".
Sul caso è già intervenuto il Gruppo di Intervento giuridico. E
lo scorso maggio Carola Farci, insegnante cagliaritana e
volontaria ambientalista, ha lanciato sul sito Change.org la
petizione per chiedere la rimozione dei sacchi: ci sono già
21mila firme. "La pulizia e il ripristino ambientale in questo
tratto di spiaggia sono urgenti: basta con gli scaricabarile. Il
nostro Poetto è stato maltrattato abbastanza, non è giusto che
subisca l'ennesimo scempio per mere questioni burocratiche",
concludono i consiglieri regionali e comunali.
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