Nonostante l'assenza degli
industriali che non si sono presentati al confronto convocato a
Roma, i pastori sono "ancora disponibili" a presentarsi al
tavolo che sarà convocato dal prefetto di Sassari, "speriamo il
prima possibile, per ripresentare la nostra piattaforma". Lo fa
sapere la delegazione dei pastori che ha partecipato al tavolo
del ministero dell'Agricoltura e che ringrazia le istituzioni
nazionali e regionali che hanno avviato la trattativa "che ha
subito un grave arresto per colpe non imputabili al loro
impegno". Intanto è stata stata rinviata "per problemi di
convocazione del tavolo tecnico" l'assemblea dei pastori
prevista per sabato 23 febbraio a Tramatza (Oristano).
"Se gli industriali dovessero continuare a snobbare i tavoli
di confronto - sostengono i pastori - ci troveremo costretti a
chiedere l'annullamento dei contratti in essere per la palese
violazione dell'art.62, comma 2 del D.L. n.1/2012 che 'vieta
qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della
propria maggior forza commerciale, imponga condizioni
contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi compresi prezzi
particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di
produzione'. Il comportamento degli industriali è
inqualificabile. In una situazione di emergenza economica e
sociale in cui le aziende di ovini stanno mettendo a rischio non
solo il reddito di quest'anno, ma anche il loro capitale di
bestiame per colpe legate alla mancata programmazione da parte
dei trasformatori e in particolare degli industriali che sono
responsabili del 60% della sovrapproduzione di Pecorino Romano,
si permettono di non partecipare al tavolo dopo aver fatto una
proposta che prevedeva un miserabile aumento dell'acconto a 72
centesimi senza alcuna garanzia di una griglia che porti il
prezzo rapidamente ad almeno un euro come approvato da più di
mille allevatori nell'incontro di Tramatza".
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