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Una sala per non dimenticare Dina Dore

Una sala per non dimenticare Dina Dore

Sede Commissione parità intitolata a mamma uccisa dal marito

CAGLIARI, 08 marzo 2018, 17:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dina é ancora viva nel ricordo di tutti e diventa suo malgrado simbolo di troppe violenze. Non ci poteva essere giorno migliore oggi 8 marzo, per celebrarne il ricordo". Le parole toccanti di Graziella Dore, sorella di Dina, risuonano in via Roma a Cagliari, nella sala della sede della Commissione regionale per le Pari opportunità, che ora ha un nome, quello di Dina Dore, vittima di Femminicidio. La donna di Gavoi è stata uccisa nel marzo del 2008 da un giovane del paese su mandato del marito, condannato poi all'ergastolo.
    "Un atto di giustizia umana verso una donna e madre sarda e che rappresenta le vittime italiane - ha sottolineato Gabriella Murgia, presidente della Commissione pari opportunità - questo atto rappresenta la volontà della commissione di tenere vivo il dibattito pubblico su ogni fenomeno di violenza sulle donne".
    La cerimonia si è svolta alla presenza tra gli altri dei presidenti di Regione e Consiglio, Francesco Pigliaru e Gianfranco Ganau, degli assessori Luigi Arru e Cristiano Erriu e dei familiari di Dina Dore.
    La giornalista Maria Francesca Chiappe ha ripercorso i drammatici momenti di questo "delitto camuffato da sequestro di persona", ha detto nel mettere in luce la forza di una donna, Graziella, sorella di Dina, che con il suo coraggio ha smosso le coscienze e abbattuto il muro di omertà. La giornalista ha ricordato anche che al caso Dore verosimilmente sarà applicata per la prima volta in Italia, la legge sulla tutela degli orfani di femminicidio, nata in Sardegna ad opera di Annamaria Busia, attuale presidente del Gruppo Misto in Consiglio regionale e presente alla cerimonia.
    "Siamo qui anche per ascoltare e per capire - ha sottolineato Pigliaru - pronti a rimboccarci le maniche per finanziare i centri antiviolenza. E' sempre più necessario intervenire nelle scuole per far passare messaggi fondamentali come la parità di genere". Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha osservato che "supportare le politiche di genere è sempre più un dovere".
   

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