La campagna di contenimento dei cormorani in corso negli stagni dell'oristanese con l'abbattimento di un numero predefinito di esemplari "è non solo crudele ma sopratutto inutile per i fini che si propone". Ne sono convinti gli attivisti della sezione provinciale della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) che hanno denunciato la strage con le immagini dei cormorani abbattuti o feriti, lasciati a galleggiare o a morire in acqua e sulle rive degli stagni.
"Le campagne condotte negli anni scorsi - spiega l'associazione - non hanno prodotto alcun risultato positivo perché i cormorani abbattuti sono stati rimpiazzati da altri individui e perché la produzione ittica non sembra aver avuto reali incrementi". L'uccisione di centinaia di uccelli è solo una "inutile risposta alla campagna di odio portata avanti da una minoranza", sostiene la Lipu ricordando che furono proprio le bocche a mare chieste negli anni 80 del secolo scorso dai pescatori a provocare l'aumento del tasso di salinità dell'acqua e di conseguenza la scomparsa delle fasce perimetrali a canneto dove i pesci trovavano rifugio dai predatori.
La diminuzione del pescato, secondo l'associazione, "non è dovuta tanto ai cormorani quanto alla mancanza di una regolamentazione della pesca e di una adeguata manutenzione". Viene citato, a questo proposito, un documento interno del Comune di Cabras e si ricordano "le infinite discariche di rifiuti" censite di recente dai volontari della Lipu e "costituite spesso e volentieri da materiali e attrezzature abbandonati proprio dai pescatori".
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