Pecorino non sardo spacciato come sardo. E taglio anche del 30% rispetto allo scorso anno del prezzo del latte. Sono le due motivazioni più forti che hanno spinto migliaia di pastori sardi, dopo la mungitura, a lasciare le campagne e a riversarsi in città per dire basta. E lo hanno fatto con i loro compagni di lavoro di ogni giorno, pecore e trattori. In tanti hanno raggiunto la Fiera di Cagliari per la grande manifestazione promossa da Coldiretti. Partecipa anche il presidente nazionale Roberto Moncalvo.
Temono di perdere tutto: tradizione e occupazione. E di non avere un futuro in un mercato che non premia le loro fatiche e che deve fare i conti con la concorrenza non sarda che - questa la principale accusa - si veste e si traveste con la bandiera dei quattro mori L'obiettivo della manifestazione è difendere una tradizione secolare che, dopo il fallimento dello sviluppo industriale, rappresenta il vero valore aggiunto per rilanciare l'economia, il lavoro ed il turismo.
E' stata montata una caldaia per la preparazione del vero pecorino ed è stata allestita la prima mostra del falso pecorino nel mondo con esempi provenienti da tutti i continenti, dal Romano Made in Usa al Sardo prodotto in Canada. Accanto ai pastori ci sono allevatori, coltivatori e trasformatori impegnati a garantire la genuinità dei prodotti agroalimentari che hanno portato in piazza.
IMPORT PECORINO STRANIERO TRIPLICATO - Una vera invasione di pecorino straniero in Italia con le importazioni che sono praticamente triplicate (+ 181%) nel 2015 per un totale di 2,9 milioni di chili. E' quanto emerge dallo studio della Coldiretti sul "Pecorino Made in Italy sotto attacco" diffuso in occasione della manifestazione dei pastori sardi che in migliaia con greggi al seguito e trattori si sono mobilitati a Cagliari.
Più di 3 forme di formaggio pecorino straniero su 4 (78%) sono arrivate in Italia nel 2015 dall'Europa dell'Est, in particolare dalla Repubblica Ceca e dalla Romania. Non solo. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte che viene pagato oggi al ribasso - denuncia la Coldiretti - appena 80 centesimi nonostante l'andamento positivo delle esportazioni di pecorino che nel 2015 sono aumentate in valore del 16%. E la Sardegna è nel Mediterraneo la terra in cui è più alta la concentrazione di pecore: più di due ogni abitante, oltre 3,2 milioni di capi per 1,5 milioni di persone.
"Siamo di fronte a manovre speculative coperte da atti di arroganza che non possiamo accettare", ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, oggi a Cagliari insieme con la Giunta nazionale, nel denunciare che "si assiste ad un aumento esponenziale delle importazioni di bassa qualità mentre si disdicono i contratti per abbassare i compensi ai pastori con la scusa della sovrapproduzione".
IN USA SETTE PECORINI ITALIANI SU DIECI SONO 'TAROCCATI' - Negli Stati Uniti 7 pecorini di tipo italiano su 10 sono "tarocchi" nonostante il nome richiami esplicitamente al Made in Italy. E' quanto emerge dallo studio della Coldiretti sul "Pecorino Made in Italy sotto attacco", diffuso a Cagliari. La produzione di imitazioni dei pecorini italiani - sottolinea la Coldiretti - nel 2015 ha raggiunto negli Usa il quantitativo di quasi 24,96 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, mentre gli arrivi dei prodotti originali dall'Italia sono risultati pari a 10,81 milioni di chili nello stesso anno.
Oltre la metà della produzione di Romano cheese e similari viene realizzata in Wisconsin, ma ingenti quantità si producono anche in California e nello Stato di New York. Le imitazioni del pecorino nostrano con prodotti cosiddetti "italian sounding" riguardano in realtà diversi continenti.
Dal Romano cheese degli Stati Uniti, anche già grattugiato o in mix con il parmesan, al pecorino Friulano del Canada dove si vendono anche il Crotonese e il Romanello, tutti rigorosamente - spiega Coldiretti - fatti da latte di mucca come il Sardo argentino o il Pecorino cinese, dove una mucca sorridente si trova pure in etichetta incurante del significato del nome pecorino, sono alcuni delle imitazioni dei formaggi italiani smascherati dalla Coldiretti che ha anche mostrato il kit per la produzione casalinga del Romano venduto da una ditta inglese a circa 120 euro e che contiene recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri attraverso le quali è possibile realizzare una chiara contraffazione.
PATTO INDUSTRIA-CAMPAGNE, DAL CARBO PLASTICHE E PESTICIDI BIO - Biolubrificanti, biopesticidi e bioplastiche sono alcune delle innovazioni green che nascono dalla coltivazione del cardo diffuso in Sardegna dalla collaborazioni tra gli agricoltori di Coldiretti e la bioraffineria Matrìca di Porto Torres della Novamont e le filiere Edizero architecture of Peace. E' quanto è stato mostrato nello spazio dedicato all'innovazione nell'ambito della mobilitazione della Coldiretti a Cagliari. Partendo dall'utilizzo di questa materia prima e dei suoi scarti, viene prodotta una gamma di sostanze per la realizzazione di bioplastiche, basi per biolubrificanti, e bioagrofarmaci e bioadditivi per gomme.
Se i biolubrificanti grazie alla rapida biodegradabilità e alla formulazione non tossica per gli ecosistemi rappresentano una valida alternativa ai prodotti di origine fossile, i bioagrofarmaci a base di acido nonanoico di origine naturale, ad azione spollonante e disseccante e batteriostatica, possono essere impiegati per il controllo non selettivo della vegetazione perché di rapida degradazione e senza effetti negativi sull'uomo e sull'ambiente. Le bioplastiche possono trovane applicazione in agricoltura nel sostituire i tradizionali teli per la copertura dei terreni dove degradano naturalmente, ma la loro applicazione va dai bioshopper a piatti stoviglie e bicchieri fino ai giochi per bambini.
La svolta green dell'industria è evidente anche nella valorizzazione di materiali considerati per lungo tempo uno scarto come la lana di pecora che per la propria capacità di assorbimento viene ora utilizzata, grazie alla produzione delle filiere Edizero, nelle panne di assorbimento per combattere i disastri ambientali provocati dagli sversamenti in mare. L'utilizzo della lana di pecora in edilizia si sta diffondendo rapidamente con il commercio di pannelli e materassini isolanti che usano sia una combinazione di lana di pecora e di lana riciclata sia la sola lana di pecora ricavata dalla tosatura. Ma ci sono anche estratti all'olio di oliva per il rafforzamento di malte cementizie, agrovernici per legno all'olio di oliva, miele e fico d'india, pitture alla calce e al latte.
"La domanda di sostenibilità ambientale che viene dai consumatori apre nuove e ampie opportunità per l'agricoltura che è in grado di esprimere grandi potenzialità nell'innovazione che creano lavoro, offrono possibilità di reddito e aiutano a far crescere un nuovo modello di sviluppo più rispettoso del territorio", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
AGRICOLTURA IN SARDEGNA COSTA 15% IN PIU' - Prezzi più alti per concimi e gasolio, ma anche per mangime e foraggi. Risultato? Coltivare e allevare in Sardegna costa in media il 15 per cento in più rispetto al resto d'Italia. Secondo l'analisi dell'ufficio economico della Coldiretti in Sardegna i concimi sono più cari dell'8 per cento, i mangimi del 10 per cento, il gasolio agricolo del 16 per cento e il foraggio del 20 per cento Gli agricoltori denunciano anche collegamenti insufficienti.
Il rischio? Anche sul piano sociale - spiega Coldirett i- con il rischio spopolamento nelle aree più interne. A frenare lo sviluppo anche i limiti sanitari nel caso del maialino sardo, fermo nell'isola dal 2011 con la svolta però, nel 2015, del sì al "termizzato" da allevamenti certificati. Pesanti ancora costi e tempi di trasporto.
Ne fanno le spese soprattutto carciofi e vini. "Bisogna rimuovere gli ostacoli- ha detto il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo- che impediscono di esprimere le enormi energie imprenditoriali presenti nell'agricoltura sarda che sta dimostrando grande capacità di innovazione". La strada giusta? "Importante sostenere un modello di sviluppo agricolo- ha detto- da primato nel cogliere le nuove domande di sostenibilità ambientale e capace di integrarsi virtuosamente con il turismo".
OLIVIERO, LATTE E FORMAGGI SARDO ECCELLENZE - "Lo dicono i dati, non è una boutade: latte e formaggio sardo sono produzioni di eccellenza. Guarda caso i consumatori chiedono pecorino sardo, non romeno. Chiedono prodotto sardo". Lo ha detto il viceministro dell'Agricoltura, Andrea Olivero, intervenendo alla protesta di Coldiretti a Cagliari.
"Il primo impegno - ha detto l'esponente del governo - è la tracciabilità dei prodotti. E poi dobbiamo costruire un rapporto di filiera: vogliamo che tutti facciano la loro parte. La rabbia di oggi deriva dal fatto che qualcuno non fa la propria parte. Il valore aggiunto della trasformazione dipende dalla qualità e dal lavoro dei pastori.
Tutto si retribuisce in considerazione di ciò che c'è dietro: lavoro, cultura e tradizione". Altro obiettivo: "dobbiamo migliorare- ha detto- nell'export e nell'internazionalizzazione. La nostra competizione non è nei grandi numeri, non li abbiamo. Noi dobbiamo puntare sulla qualità".
PIGLIARU, QUALITA' DA VENDERE NEL MONDO - "Bisogna preservare la qualità per venderla fuori, il chilometro zero va bene, ma non basta". Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, intervenendo questa mattina dal palco della Fiera di Cagliari dove si sta svolgendo la manifestazione della Coldiretti.
"Viviamo tra le macerie dell'industria - ha detto Pigliaru - per molti decenni è stata dimenticata l'agricoltura. Oggi lo capiscono tutti, è stato un errore. Dobbiamo puntare sull'industria leggera del digitale. E sull'agricoltura che può vendere la qualità al resto del mondo. E quale migliore testimonianza di qualità della longevità? La Sardegna viene guardata con interesse per questo nostro primato. Qualità sì, ma qualità da far conoscere. Ma bisogna fare tutto in squadra, nessun conflitto", ha concluso il governatore.
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