Il provvedimento di scioglimento del
Comune di Foggia formalizzato nel Dpr del 6 agosto 2021 è
pienamente legittimo "essendo stata correttamente evidenziata la
presenza di contatti ripetuti e collegati alle scelte gestorie
dell'amministrazione comunale degli organi di vertice
politico-amministrativo con soggetti appartenenti alla
criminalità locale, e la completa inadeguatezza dello stesso
vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di
vigilanza e di verifica nei confronti della burocrazia e dei
gestori di pubblici servizi del Comune". Così il Tar del Lazio
in una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto
dall'ex sindaco Franco Landella.
Per i giudici amministrativi "I numerosi elementi riportati
nelle relazioni a sostegno dell'esistenza di un condizionamento
dell'apparato amministrativo del Comune da parte di soggetti
collegati alla criminalità locale, la cui sussistenza non è
stata efficacemente contestata con le doglianze proposte,
evidenziano un quadro probatorio ampiamente idoneo a supportare
le determinazioni impugnate" che portarono allo scioglimento.
Nel caso specifico - scrive il Tar in sentenza - "la relazione
prefettizia, poi recepita dal provvedimento di scioglimento, ha
riportato una serie di vicende significative in ordine
all'esistenza di consolidati rapporti di cointeressenza tra gli
amministratori del Comune e soggetti collegati alla locale
criminalità organizzata"; e "le contestazioni contenute nel
ricorso si palesano inidonee a confutare le valutazioni operate
dall'Amministrazione".
Alla fine, secondo i giudici "risulta esaustivamente
argomentata, e ampiamente supportata dagli elementi emersi nel
corso del procedimento, la valutazione della permeabilità
dell'attività dell'ente rispetto a possibili ingerenze e
pressioni da parte della criminalità organizzata specificamente
individuata, senza che emerga alcun vizio logico o incongruità
di tale valutazione. Tutti questi elementi, considerati nel loro
insieme e inseriti nello sfondo di riferimento, devono ritenersi
pienamente integranti i presupposti di concretezza, univocità e
rilevanza" richiesti dalla normativa ai fini dello scioglimento
di un Consiglio comunale "allo scopo di evitare anche solo il
rischio di infiltrazione da parte della malavita organizzata già
presente sul territorio".
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