La 'barcaporta' del bacino Ferrati,
uno dei bacini fissi dell'Arsenale militare di Taranto, ha
ceduto nel pomeriggio di oggi rompendo gli argini e "provocando
una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai
capannoni e lungo le strade del presidio della Marina Militare a
Taranto". Non si registrano feriti. Lo riferiscono la Cgil e la
Fp Cgil di Taranto, ricordando che proprio ieri il sindacato di
categoria della funzione pubblica aveva denunciato "il continuo
impoverimento occupazionale, di esperienze e competenze
dell'Arsenale di Taranto".
"Oggi quella denuncia - afferma il segretario generale della
Cgil di Taranto, Giovanni D'Arcangelo - sembra essere avallata
dal collasso di alcune infrastrutture storiche che hanno reso
importante il presidio tarantino a livello nazionale e
internazionale".
La barcaporta di fatto funziona come una diga che argina
l'acqua. C'è stato "tanto spavento - commenta Pietro Avellino,
coordinatore Difesa della Fp Cgil - ma solo il destino ha
evitato che tutto si trasformasse in una strage perché se in
quel bacino oggi ci fossero stati operai a lavorare su una
carena di nave, oggi commenteremmo non solo della perdita di
valore dell'Arsenale di Taranto o del suo graduale
impoverimento, ma di una tragedia umana".
Quelle "pareti in calcestruzzo dei bacini fissi dell'Arsenale
di Taranto - sottolinea Grazia Albano, segretaria della Fp Cgil
- hanno visto passare manutenzioni e riparazioni di scafi
importanti, compresa la portaerei Cavour ed essere testimoni di
questo tracollo anche 'fisico' di un pezzo di storia del nostro
territorio ga troppo male alla città, ma anche a tutti i
lavoratori che nel tempo avevano creduto ad un'ipotesi di
rilancio dell'infrastruttura militare e del suo potenziale
industriale".
Secondo Luciano Manna del sito Veraleaks nel primo seno del Mar
Piccolo sarebbe finito "di tutto: fanghi, polveri, legni,
serbatoi, carpenterie e quanto era servivo ai lavori nel bacino
compreso ciò che è stato travolro sulle stesse banchine a causa
dell'eccessiva portata d'acqua.
Un altro duro colpo dal punto di vista ambientale inferto al
delicatissimo ecosistema marino del Mar Piccolo dal nostro
Arsenale della Marina Militare. Non solo Ilva, dunque".
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