Momenti di tensione questa
mattina tra forze dell'ordine e lavoratori dello stabilimento
Leonardo di Grottaglie che hanno aderito allo sciopero, con
corteo e sit in davanti ai cancelli, indetto da Fim, Fiom e
Uilm. Una mobilitazione, hanno spiegato i sindacati, promossa
per contestare "la decisione manageriale di sospendere le
attività produttive per diversi mesi".
Un cordone di poliziotti e carabinieri ha respinto l'avanzare
dei manifestanti. La situazione è poi tornata sotto controllo.
Nello stabilimento si realizzano due sezioni della fusoliera in
composito del Boeing 787 e questa attualmente è l'unica
commessa.
"I lavoratori - ha sottolineato la Fiom Cgil - vogliono
portare la loro lotta per il futuro e la diversificazione
all'attenzione dei potenti del G7".
Per Davide Sperti, segretario territoriale della Uilm,
"questa è una giornata importante per i lavoratori di Leonardo,
delle aziende controllate e dell'indotto, circa 1300 persone,
che protestano in maniera unitaria. Leonardo tenta di divedere
queste persone ma non è accettabile. La storia si ripete.
Cos'altro avrebbero potuto fare questi lavoratori nel tempo?
Niente". "Durante la crisi - aggiunge il sindacalista - abbiamo
dimostrato di saper fare altro, oltre il 787. Ci avevano
garantito la diversificazione che è iniziata ma non sufficiente
perché il business è complicato. Questa è un'organizzazione
fallimentare".
Per "l'ennesima volta negli ultimi quattro anni - ha detto
Michele Tamburrano, segretario generale della Fim
Taranto-Brindisi - ci troviamo davanti ai cancelli dello
stabilimento di Leonardo con i lavoratori per condividere un
percorso che spinga la direzione aziendale a diversificare la
produzione. Non possiamo accettare che uno stabilimento con
queste professionalità sia dipendente semplicemenente da
Boeing. Una monocommittenza, anzi, un mono prodotto". "Le
iniziative degli ultimi anni, pur lodevoli, non servono -
sostiene Tamburrano - a 'saturare' il personale impiegato nello
stabilimento".
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