Il gup del tribunale di Bari,
Giuseppe De Salvatore, ha condannato a pene comprese tra i 3
anni e i 20 anni di reclusione 18 imputati, presunti componenti
di una organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga nel
nord Barese. Si tratta di persone arrestate nel maggio dello
scorso anno e considerate vicine al presunto clan Pistillo di
Andria. Per tutti l'accusa, contestata a vario titolo, è di
associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga
con l'aggravante, per alcuni degli imputati, del metodo mafioso.
La sentenza è stata emessa oggi a conclusione del processo
celebrato con rito abbreviato. Condanna a 20 anni di reclusione
per Nicola Bruno e Vincenzo Pistillo, a 19 anni per Nicola
Messina e a 16 anni per Riccardo Leonetti: sarebbero loro,
secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale
antimafia di Bari, i presunti organizzatori dei traffici
illeciti.
Il gup ha anche disposto a loro carico la libertà vigilata
per 3 anni. Dall'inchiesta è emerso l'importante ruolo delle
donne che avrebbero contribuito allo smercio delle sostanze
stupefacenti. Tra loro anche Vincenza Orlando, condannata a 14
anni di reclusione.
Coloro che sono stati condannati a non meno di tre anni di
reclusione sono interdetti dai pubblici uffici per 5 anni mentre
quelli con una condanna a più di cinque anni di carcere, sono
interdetti dai pubblici uffici in maniera perpetua e in stato di
interdizione legale durante la pena.
"Si tratta di pene detentive importanti e nette, per soggetti
che abitualmente hanno macchiato di immoralità la città", ha
commentato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, evidenziando
che "il Comune si è costituito parte civile anche per chiedere
risarcimento per i danni arrecati e per creare un monito per
tutti".
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