Una corona di alloro con il
nastro tricolore posata sul muro che custodiva la sua famiglia,
i suoi affetti, la sua vita. Le note del silenzio per non
dimenticare chi ha visto terminare la sua esistenza in modo
brutale. Bisceglie, città a nord di Bari, questa mattina ha
voluto ricordare un suo concittadino Antonio Papagni, "vittima
del massacro delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle
vicende del confine orientale", si legge nel documento con cui
lo Stato italiano lo riconosce tra chi è morto nel dramma delle
foibe. Si tratta di una tragedia che rappresenta "una delle
pagine più buie e tragiche della nostra storia e anche Bisceglie
ha pagato il suo pesante tributo con la morte di Antonio Papagni
che oggi con trasporto e commozione ricordiamo stringendoci ai
suoi parenti", ha detto il sindaco della città, Angelantonio
Angarano. Nato nel 1918, Papagni era aviere scelto di governo e
guardia di pubblica sicurezza della questura di Trieste. Aveva
27 anni quando fu dichiarato disperso. Si pensa sia stato
"presumibilmente gettato nella foiba di Basovizza", è stato
riferito durante la cerimonia a cui hanno partecipato anche
Monique e Giovanni Papagni, nipoti di Antonio. "La memoria non
deve però essere fine a se stessa ma deve indurci a non ricadere
negli stessi errori - ha continuato Angarano - Dobbiamo
trasmettere ai giovani il senso di questa giornata affinché
siano strenui difensori di libertà, uguaglianza e democrazia,
promotori di convivenza civile, portatori di pace".
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