"E' un'iniziativa che
nasce dalla consapevolezza che ci troviamo di fronte a un
problema grave, con gravissime conseguenze sulle famiglie, sul
lavoro, sulla produttività e forse anche sul turismo, in Salento
e in tutta la Puglia. Un'emergenza nel campo della salvaguardia
del creato". Così mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria
di Leuca, spiega alla Radio Vaticana la genesi della Via Crucis
"Un Getsemani senza ulivi", da Gagliano del Capo al Santuario di
Leuca, organizzata per lunedì 30 marzo dalla cinque diocesi
della metropolia di Lecce, in un momento in cui la regione vive
l'emergenza ambientale del batterio xylella che infesta gli
alberi di ulivo locali.
"Come vescovi vogliamo testimoniare la nostra presenza vicino
alla gente del Salento per inserire la sofferenza di un popolo
nel mistero di resurrezione di Cristo e ribadire che la
speranza, soprattutto in tempo di Pasqua, non deve venire mai
meno", spiega mons. Angiuli. "La Chiesa, come ci insegna Papa
Francesco, ha il ruolo di aiutare le coscienze a rendersi conto
del valore del creato per poi agire di conseguenza per
custodirlo e abitarlo adeguatamente", continua il presule.
"Il pericolo che l'anno prossimo, per il diffondersi di
questo batterio, qui in Puglia rischiamo di ritrovarci in un
Getsemani 'senza ulivi' è reale", aggiunge mons. Angiuli. "Con
questa Via Crucis vogliamo anche esortare i responsabili a
livello istituzionale, sociale e politico a mettersi insieme e
trovare le giuste risposte a un flagello che affligge il
territorio". "Bisogna trovare un motivo di dialogo fra tutte le
istituzioni, comprese quelle europee", conclude il vescovo di
Ugento-S. Maria di Leuca. "I responsabili debbono mettersi di
fronte a un tavolo e trovare soluzioni. Evitiamo che questa
emergenza diventi motivo di scontro o di guerre sociali".
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