Il gene sportivo si è tramandato di padre in figlie, insieme alla competenza e al sorriso per il cliente che entra dalla porta del negozio. Annalisa e Valeria Cotogni gestiscono l'attività aperta dal padre quasi 50 anni fa, attività che per tanti anni ha rappresentato il punto di riferimento per gli sportivi ternani appassionati di tennis e di sci.
Loro stesse amano definirsi consulenti, prima ancora che negozianti: varcare la soglia del negozio significa entrare in un mondo in cui il cliente è consigliato e guidato passo dopo passo nelle sue scelte e in cui, insieme agli articoli, si vendono competenza ed esperienza.
«E' proprio qui che offriamo qualcosa in più rispetto alla grande distribuzione – spiega Valeria – perché va spiegato quello che si vende. Altrimenti il rischio è di associare il prezzo al marchio, e non alla qualità del prodotto»
Se dopo quasi mezzo secolo Cotogni Sport rimane un'istituzione nel suo campo il motivo non sta soltanto nell'offerta e nella qualità dei prodotti venduti, ma anche in quello che i clienti trovano quando varcano la soglia del negozio: sorriso, cortesia, disponibilità. «Per noi vendere non ha mai significato soltanto dare al cliente il suo paio di scarpe o la sua racchetta, ma significa anche farlo sentire a proprio agio» spiega Annalisa.
Tempo per parlare e per spiegare le caratteristiche fondamentali di quello che si va ad acquistare, aggiunge Paolo: «Uno scarpone da sci, ad esempio, è un prodotto molto particolare, è necessario capire non solo quale calza meglio, ma anche quale è più adatto per il tipo di sportivo che ci troviamo davanti. Sono molti i fattori, a cominciare dall'esperienza nella pratica della disciplina. Ci può volere anche più di un'ora, e nel prezzo è compresa una consulenza tecnica figlia della nostra esperienza nel settore». Stesso discorso vale per il tennis e per tutti gli altri sport.
Queste caratteristiche hanno permesso all'attività di sopravvivere anche all'avvento della grande distribuzione, una “sfida” che Cotogni Sport sembra aver vinto, come spiega Annalisa: «Sembra paradossale, ma in qualche modo questo boom di negozi sportivi ci ha dato una mano, perché i clienti hanno cominciato a vedere la differenza dei nostri marchi, a capire che se vengono da noi poi la qualità se la ritrovano quando vanno a giocare o a sciare».