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CRV - "Un contributo del Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Bon dì e bon anno

28 febbraio 2017, 14:10

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

“Dio vi dia il bon dì” disse il vecchio spaesato nel trovarsi dinnanzi, comparsa dal nulla e inaspettata una ragazza. “Bon dì e bon anno”, rispose la fanciulla “dove steo n’dando bon omo”? Era il 9 marzo del 1510, in quel di Motta di Livenza, e la fanciulla, narrano i documenti canonici, altro non era che la Vergine Maria venuta a portare un segnale di speranza al Veneto squassato all’epoca dalle soldataglie della Lega di Cambrai che stavano mettendo a ferro e fuoco il territorio. La Madonna apparve così all’inizio dell’anno “more veneto” a un vecchio ma pio contadino, Giovanni Cigana, e visto che si era in Veneto, con il capodanno fissato nel primo giorno di marzo, fece gli auguri in lingua veneta, la lingua del luogo. Lo testimoniano atti e documenti: il processo per le apparizioni mariane a Giovanni Cigana rappresenta un documento eccezionale anche per la vivacità del linguaggio di protagonisti e testimoni: “Pareva che fusse sta butà su el sangue…” disse un testimone parlando di un tramonto di un rosso intenso mai visto prima proprio come aveva preannunciato Maria al vecchio Cigana, un cielo rosso intenso quasi a voler dar segno di tempi nuovi e migliori. L’addio al vecchio e buio l’inverno ormai passato e l’annuncio della primavera che nella radice etimologica rimanda non solo all’inizio, il primo, ma anche a ciò che arde, allo splendente, alla luce: e non a caso nelle religioni pre-cristiane il 1 marzo è il giorno in cui veniva rinnovato il fuoco sacro caro a Vesta, divinità del focolare domestico: la sovrapposizione con Maria colpisce, fa riflettere soprattutto se rammentiamo che nella tradizione veneta proprio il Cao de l’anno, il capodanno, coincide con altre importanti apparizioni mariane. Infatti, non c’è solo il caso di Motta di Livenza, ma anche a Vicenza la Vergine appare la prima volta il 7 marzo in quel di Monte Berico alla beata Vincenza Pasini e, come sarebbe accaduto poi con il vecchio Cigana, in un momento difficilissimo per la comunità locale, con il Vicentino piagato dalla peste. Infine, e non da ultimo, bisogna sottolineare il legame profondo tra la Repubblica di Venezia e Maria, da sempre venerata dai veneziani che a lei si rivolgono nel momento del pericolo: è l’icona di Maria Nicopeia a segnare le tappe salienti della vita cittadina, nel momento della paura, del bisogno come della gioia, nei secoli. Maria, la madre, il nuovo focolare la primavera, l’inizio della vita: il Cao dell’Anno in Veneto è ricco di suggestioni. Oggi riflessione s’impone anche per via della coincidenza quest’anno con le Ceneri e la sovrapposizione di due momenti importanti per la cultura popolare è estremamente suggestiva. Inizia la Quaresima, il tempo della preparazione, il periodo in cui, etimologicamente, si dispongono in anticipo le cose per il loro uso. Nella tradizione cattolica il numero 40 è ricorrente e segna già nella Bibbia come nei Vangeli la pausa iniziale. Ben venga allora questo capodanno segnato dalla riflessione rigorosa, da un guardare dentro di sé nel giorno in cui un tempo si rinnovava il fuoco sacro e ci si prepara al meglio al mutamento che il domani impone. A tutti i Veneti, ovunque essi siano, a chi vive e lavora onestamente nella nostra terra, a tutti quanti, Bon dì e bon anno.

Roberto Ciambetti  Presidente del Consiglio regionale del Veneto

 

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