Nel campo dell'Intelligenza
Artificiale - con un mercato globale valutato in 150,2 miliardi
di dollari nel 2023 e una previsione di 97 milioni di nuovi
posti di lavoro - è ancora forte il gap tra le grandi imprese e
pmi: tra le prime l'utilizzano il 26% l'utilizza nella
produzione, il 32% nella logistica, mentre tra le piccole e
medie imprese le quote scendono, rispettivamente, all'8% e 6%.
Lo evidenzia lo studio 'L'Intelligenza Artificiale per
l'industria. Scenari e linee guida per le imprese del Made in
Italy' presentato in anteprima dal Competence Center Nazionale
Cim4.0 alla 18/a edizione della fiera internazionale A&T
(Automation and Testing), aperta oggi a Torino.
Tra le motivazioni del gap, la difficoltà o impossibilità di
misurazione del valore monetario dell'AI, una complessa
percezione del suo valore finale in termini di efficientamento
della produzione o dell'ottimizzazione dei processi, una scarsa
confidenza per la conversione di informazioni e dati analogici
in digitale. Criticità che rappresentano quasi il 62% dei
problemi che l'industria affronta quando considera l'avvio di
iniziative legate all'Intelligenza Artificiale. Proprio per
colmare queste difficoltà, lo studio del Cim4.0 indica una serie
di raccomandazioni, come l'avvio di un processo di
trasformazione digitale, la formazione specialistica e
l'aggiornamento continuo delle competenze dei lavoratori.
" Per l'industria - dice Enrico Pisino, ceo del CIM4.0-
cavalcare l'onda dell'AI è importante per essere ancora più
forti nel mercato manifatturiero globale e per sviluppare, tutti
assieme, in molteplici settori e filiere, quella produttività
necessaria alla nostra economia industriale basata sul 5.0 e
sulle metodologie del world class manufacturing. Lo possono e
devono fare anche le micro, piccole e medie imprese ispirandosi
ai casi di successo".
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