"Chiediamo che l'Onu faccia
luce su tutta la vicenda e dia un segnale chiaro di trasparenza
che purtroppo, fino a oggi, non ci ha dato. Chiediamo verità non
solo per la memoria di Mario, ma anche per evitare che altri
cooperanti possano ritrovarsi nelle sue stesse condizioni.
Sostenere i nostri cooperanti all'estero è un impegno civile del
quale non dobbiamo dimenticarci, mai". Così i genitori di Mario
Paciolla, il giovane cooperante Onu trovato morto il 15 luglio
2020 in Colombia, oggi a Campobasso in occasione di un incontro,
ospiti dell'Amministrazione comunale, che ha aderito alla
campagna #GiustiziaPerMarioPaciolla e alla rete dei Comuni a
sostegno di Mario Paciolla. "La richiesta di verità dei genitori
di Mario - ha detto il sindaco, Roberto Gravina - anche per i
modi con i quali viene espressa, non solo merita rispetto e
risposte dagli organismi internazionali, ma riflette il
carattere e l'atteggiamento propositivo che Mario ha mostrato di
avere nella sua vita, affrontando un percorso professionale in
favore del prossimo, dei più deboli e delle popolazioni meno
considerate, che non può essere dimenticato o, peggio ancora,
ignorato voltando lo sguardo dall'altra parte".
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