Da quasi tredici anni (marzo
2007) il Molise è sottoposto al Piano di rientro per il
riequilibrio del disavanzo sanitario. Da allora, e con alterne
vicende che hanno segnato questo percorso, non è cambiato molto:
adempimenti restrittivi, commissariamenti, blocco del turn over,
tagli e chiusure di reparti ospedalieri, aumento delle imposte
regionali, Comitati civici che hanno tentato in ogni modo di far
sentire la loro voce nei Palazzi che contano, classe politica
che in qualche maniera ha provato a cercare soluzioni. Dal 2007,
però, a vigilare sulla corretta applicazione del Piano di
rientro sono i Ministeri della Salute e dell'Economia attraverso
i Tavoli tecnici.
La Regione Molise, dunque, è stata 'estromessa' dalla
programmazione sanitaria diventando in sostanza 'soggetto
passivo' delle decisioni prese da tecnici ministeriali e
Commissari ad Acta che alternatisi negli anni. In passato a
delineare quello che doveva essere il percorso 'virtuoso' della
Regione anche i Governatori Michele Iorio (centrodestra) e, più
di recente, Paolo di Laura Frattura (centrosinistra) che ha
redatto il Piano operativo straordinario (Pos) 2015-2018
diventato legge dello Stato attraverso un emendamento in
Manovra. A margine, ma fatto decisamente non secondario, va
ricordato che il Molise ha dovuto fare i conti con gli effetti
del 'Decreto Balduzzi' e della norma che aveva stabilito
l'incompatibilità del ruolo di Presidente della Regione e
Commissario ad Acta.
Storia più recente è quella che ha visto l'attuale
Governatore Donato Toma (centrodestra) rivendicare in tutte le
sedi deputate il superamento del Decreto Balduzzi e la nomina a
Commissario ad Acta. A segnare una punto a suo favore la Corte
Costituzionale che con la sentenza depositata lo scorso 4
dicembre, a seguito del ricorso presentato dalla Regione Molise,
ha dichiarato l'illegittimità della norma che stabilisce
l'incompatibilità tra la carica di Presidente della Regione e
quella di Commissario ad Acta per la sanità.
A sostegno delle tesi di Toma anche la Commissione Salute
della Conferenza delle Regioni che su sua proposta ha inserito
nel documento relativo al nuovo Patto per la Salute la revisione
del Dm 70/2015 (decreto Balduzzi). Nel documento, che sarà
all'esame della Conferenza dei Presidenti, si conviene sulla
necessità di revisione del Decreto aggiornandone i contenuti
sulla base delle evidenze e criticità individuate dalle Regioni,
prevedendo anche specifiche deroghe per le Regioni più piccole.
"Se non passerà - ha sottolineato il Governatore - non darò
l'intesa".
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