La piaga del lavoro minorile tocca
anche le Marche, che insieme a Trentino-Alto Adige, Valle
D'Aosta e Abruzzo, registrano la percentuale più alta. Nel 2023,
per il 2° Rapporto Unicef Italia sul Lavoro minorile in Italia,
agli infortuni e la sicurezza sui luoghi di lavoro, rielaborato
con open data Inail, nella Regione sono ben 2.989 ragazzini, su
una popolazione di 41.672, quindi pari al 7,2%, a fronte di una
media nazionale del 4,5%, sono stati costretti a lavorare.
Secondo il Report nel 2023 in Italia sono 78.530 i lavoratori
minorenni tra i 15/17 anni (il 4,5% della popolazione totale dei
minorenni di quella fascia d'età), è in aumento del 12.8% sul
2022. Nella fascia di età entro i 19 anni, nel 2022 i lavoratori
erano 376.814, con un aumento del 21.4% sul 2021.
Nel primo quadrimestre del 2024 aumentano del 5,8% gli
infortuni denunciati di lavoratori con meno di 20 anni, 901
nelle Marche rispetto allo stesso periodo del 2023. Spicca il
dato della provincia di Ascoli Piceno: 87 infortuni, +20,8%. Il
numero maggiore di infortuni si registrano nel settore delle
costruzioni (+125% da 4 a 9); alloggio e ristorazione (+20 da 5
a 6); Istruzione (+40% da 10 a 14). Nella regione non si è
registrato nessun infortunio mortale.
L'impiego di lavoratori di sesso maschile, entro i 19 anni, è
maggiore rispetto alle lavoratrici nel 2022, toccando quota
7.577 contro 4.957. Nelle Marche le denunce di infortunio dei
lavoratori, tra gli under 19, nel quinquennio 2018-2022, sono
state 8.896, il 2,63% del totale nazionale.
Dai dati analizzati "si evidenzia che tra i 14-15enni uno su
cinque (quasi 55mila) svolge un'attività di tipo continuativo,
soprattutto in ambito familiare - spiega Guido Bianchini, membro
nazionale Uil, comitati Inail -. Sono lavori che spesso
coinvolgono i minori per almeno tre mesi all'anno, in modo
discontinuo almeno una volta a settimana e per almeno due ore al
giorno. Il problema della sicurezza sul lavoro è sottovalutato.
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