Sfruttava lavoratori cinesi,
suoi connazionali, in un laboratorio tessile nel Pesarese con
turni di lavoro ben oltre il limite orario di lavoro consentito,
ovvero ben oltre le 48 ore settimanali nell'ambito di
un'attività che aveva un volume d'affari da 70mila euro e con
personale piuttosto esiguo. Per questi fatti, accertati tra il
2019 e il 2021 i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro)
di Pesaro e Urbino, in collaborazione con i militari della
Stazione Carabinieri di Cagli, coadiuvati nella fase esecutiva
dal Comando Arma di Acqualagna e dalla Guardia di Finanza di
Urbino, hanno eseguito la misura di custodia cautelare in
carcere nei confronti di un cittadino cinese, residente nel
Comune di Acqualagna. E' ritenuto del reato di intermediazione
illecita di manodopera e sfruttamento in violazione dell'art.
603 bis del codice penale (sfruttamento del lavoro).
Dagli schedari Inps è emerso che il personale è stato
impiegato negli anni 2019, 2020 e 2021 con retribuzioni
imponibili irrisorie. I carabinieri hanno anche accertato che i
lavoratori erano sottoposti a condizioni alloggiative
degradanti, in quanto dimoranti, dopo l'espletamento dei turni,
nel medesimo ambiente di lavoro, in angusti spazi abitativi
ricavati nei locali aziendali del laboratorio, quasi privi di
mobilia in pessimo stato d'uso e totale degrado, privi di
riscaldamento e in pessime condizioni igienico sanitarie.
L'indagato, secondo l'indagine, ha violato altresì le norme
sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, evidenziando la mancata
attuazione di ogni strumento per garantire la sicurezza dei
lavoratori dipendenti.
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